| Era il primo Novembre del 2000, appena qualche giorno prima, precisamente la mattina del 31/10/2000 avevo tumolato mio figlio di 22 anni deceduto il 29/10/2000 con un incidente d'auto. Ho sempre creduto in Dio sin da bambina ma da adulta non sono stata coerente con questa mia fede in quanto ho lasciato passare anni interi senza confessarmi, recandomi a sentire la Santa Messa solo qualche volta, quasi sempre nelle feste più importanti quali la Pasqua o il Natale. Sapevo che questo atteggiamento non corrispondeva ad un reale sentimento di amore verso Dio e oggi posso affermare che davvero non lo era, ma mi auto giustificavo dicendomi che se anche non ero assidua nei sacramenti ero comunque una buona cristiana perchè la mia fede non era in discussione e che il Signore che è tutto amore non mi avrebbe respinta ne condannata per questo. Stranamente però negli ultimi mesi prima che mio figlio mi lasciasse sentivo in me un gran bisogno di riconciliarmi con Dio, avevo provato in più occasioni ad avvicinarmi al sacerdote del momento per confessarmi, ma poi la vergogna nel dirgli che avevo fatto passare così tanto tempo me lo impediva, non ne avevo il coraggio. E così quella mattina, mentre ero sotto la doccia ho sentito un fortissimo desiderio do liberare la mia anima da tutti i peccati che avevo accumulato in quegli anni di lontananza dai santissimi sacramenti. Sapendo che non avrei mai trovato la forza di fare una vera confessione alla presenza del sacerdoti mi sono rivolta direttamente a Dio Padre con tutta l'umiltà e l'amore di cui ero capace e che in quei momenti di intensa commozione sentivo in me, certa che Lui mi stesse ascoltando. In quei pochi minuti di vera comunione con Dio sentivo tutto il Suo amore per me, e l'acqua che mi scorreva addosso era la mia purificazione, era come se tutte le brutture e le miserie della mia anima venissero lavate via con quell'acqua, lasciandomi stremata ma finalmente assolta e in pace. Mi sono sentita perdonata dal Padre e ho vissuto tutto questo come una vera conciliazione con Lui anche se sapevo che non era comunque sancita dalla pienezza del perdono che soltanto il Sacramento poteva concedermi. Ancora oggi se ripenso a quell'esperienza rimango meravigliata e stupita da come Dio agisce, da quanto grande sia la Sua Misericordia e la Sua Bontà, il Suo incommensurabile amore per noi Sue creature. Ciò che mi ha colpita e mi ha fatto comprendere che la presenza del Signore non ci viene mai a mancare e che Lui è pronto ad esaudire i nostri desideri quando questi sono santi, è ciò che avvenuto subito dopo. Terminata la doccia e questa mia intima confessione, mi sono subito recata al Cimitero da mio figlio, era ancora presto e mi sono ritrovata li sola davanti alla sua lapide ancora fresca di cemento, spoglia e disadorna in attesa che fosse pronto il marmo con le scritte e tutti gli accessori necessari, per il momento c'era soltanto la sua foto incollata sul grigiore di quella lastra di cemento con il suo nome e cognome stampato su una piccola locandina anonima. Non voglio parlarvi del dolore e dello smarrimento di chi vive queste tragedie, voglio solo raccontarvi il miracolo d'amore che è avvenuto difronte a quella stessa lapide, davanti alla quale si trova una panchina di marmo, dove mi sono seduta. Ero quasi completamente nascosta alla vista dei passanti dalle numerose piante e vasi di fiori che i parenti e gli amici gli avevano amorevolmente portato. Dopo un pò vedo arrivare un mio cognato, si è seduto accanto a me e abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, lui cercando in qualche modo di consolarmi ed io chiusa in me stessa, quasi a voler difendermi con una durezza di cuore che in realtà non provavo, ero solo spaventata e addolorata ma una sorta di pudore mi impediva di lasciarmi andare al pianto e alla commiserazione di me stessa. Improvvisamente come se fossero spuntati dal nulla, si avvicinano due sacerdoti, uno vestito con il saio dei francescani, che poi prosegue il suo cammino allontanandosi dalla nostra vista, l'altro vestito di una specie di tunica bianca che si ferma, si guarda attorno come se fosse in cerca di qualcuno o di qualcosa, poi di getto si avvicina alla lapide di mio figlio appoggiando la sua mano sulla foto, dandoci le spalle. Stupita da questo suo gesto istintivamente gli dico "padre, vorrei confessarmi", lui si gira verso di me e mi risponde di non potermi confessare non essendo abilitato a farlo ma che se volevo sarebbe andato a chiamare il suo compagno, il sacerdote francescano. Ho acconsentio e dopo qualche secondo lui ritorna indietro accompagnato dal sacerdote che mi ha confessato davanti alla lapide di mio figlio. Io oggi sono certa che il Signore mi ha voluto concedere la pienezza della confessione e lo ha fatto mandandomi coloro che io ritengo siano stati i suoi messaggeri. Ricordo ancora oggi le parole di mio cognato che stupito mi disse "hai visto Rina, sembra che siano venuti apposta qui da noi". Così come inaspettatamente sono arrivati, così se ne sono andati. Nei giorni successivi mi sono informata presso gli uffici del cimitero se quel giorno era prevista la visita di questi sacerdoti, se li avessero visti entrare poichè dato l'orario e il fatto che ci fossero pochissime persone presenti non potevano passare inosservati. Sono passati nove anni da allora ma non mi è più capitato di vedere questi "angeli" li al cimitero dove mi reco tutti i giorni e nessun altro mi ha mai detto di averli visti ne incontrati, eppure ripeto non potevano passare inosservati. Il cimitero del nostro paese è molto grande ed è facile disorientarsi in esso per come è dislocato se non lo si conosce bene, è possibile che essi si siano presentati proprio li da me, in quell'ora e in quel giorno? no, sono sicura di no, io non credo nelle coincidenze e nel caso, troppi episodi ed esperienze mi hanno dimostrato che non è così, ma che è Dio che opera come un'esperta ricamatrice che intesse i suoi fili con pazienza per realizzare il disegno per ora ancora alquanto sfumato e contorto, ma che al termine si rivelerà con tutta la sua bellezza in un esplosione di colori e intrecci che colmeranno il nostro sguardo di una beatitudine angelica nella comprensione dell'amore e della grande anima di Dio nostro Creatore.
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