Gesù Luce del mondo

Sant' Elena Madre di Costantino

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view post Posted on 17/8/2011, 19:44

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santelena

18 agosto

Drepamim (Bitinia), III sec. – ? † 330 ca.



Di famiglia plebea, Elena venne ripudiata dal marito, il tribuno militare Costanzo Cloro, per ordine dell'imperatore Diocleziano. Quando il figlio Costantino, sconfiggendo il rivale Massenzio, divenne padrone assoluto dell'impero, Elena, il cui onore venne riabilitato, ebbe il titolo più alto cui una donna potesse aspirare, quello di «Augusta». Fu l'inizio di un'epoca nuova per il cristianesimo: l'imperatore Costantino, dopo la vittoria attribuita alla protezione di Cristo, concesse ai cristiani la libertà di culto. Un ruolo fondamentale ebbe la madre Elena: forse è stata lei a contribuire alla conversione, poco prima di morire, del figlio. Elena testimoniò un grande fervore religioso, compiendo opere di bene e costruendo le celebri basiliche sui luoghi santi. Ritrovò la tomba di Cristo scavata nella roccia e poco dopo la croce del Signore e quelle dei due ladroni. Il ritrovamento della croce, avvenuta nel 326 sotto gli occhi della pia Elena, produsse grande emozione in tutta la cristianità. A queste scoperte seguì la costruzione di altrettante basiliche, una delle quali, sul monte degli Olivi, portò il suo nome. Morì probabilmente intorno al 330. (Avvenire)

Etimologia: Elena = la splendente, fiaccola, dal greco

Martirologio Romano: A Roma sulla via Labicana, santa Elena, madre dell’imperatore Costantino, che si adoperò con singolare impegno nell’assistenza ai poveri; piamente entrava in chiesa mescolandosi alle folle e in un pellegrinaggio a Gerusalemme alla ricerca dei luoghi della Natività, della Passione e della Risurrezione di Cristo onorò il presepe e la croce del Signore costruendo venerande basiliche.

Nell’iconografia, specie orientale, sant’Elena è raffigurata spesso insieme al figlio l’imperatore Costantino e ambedue posti ai lati della Croce. Perché il grande merito di Elena fu il ritrovamento della Vera Croce e di Costantino il merito di aver data libertà di culto ai cristiani, che per trecento anni erano stati perseguitati ed uccisi a causa della loro fede.
Di Elena i dati biografici sono scarsi, nacque verso la metà del III secolo forse a Drepamim in Bitinia, cittadina a cui fu dato il nome di Elenopoli da parte di Costantino, in onore della madre.
Elena discendeva da umile famiglia e secondo s. Ambrogio, esercitava l’ufficio di ‘stabularia’ cioè locandiera con stalla per gli animali e qui conobbe Costanzo Cloro ufficiale romano, che la sposò nonostante lei fosse di grado sociale inferiore, diventando così moglie ‘morganatica’.
Nel 280 ca. a Naisso in Serbia, partorì Costantino che allevò con amore; ma nel 293 il marito Costanzo divenne ‘cesare’ e per ragioni di Stato dovette sposare Teodora, figliastra dell’imperatore Massimiano Erculeo; Elena Flavia fu allontanata dalla corte e umilmente rimase nell’ombra.
Il figlio Costantino venne allevato alla corte di Diocleziano (243-313) per essere educato ad un futuro di prestigio; in virtù del nuovo sistema politico della tetrarchia, nel 305 Costanzo Cloro divenne imperatore e Costantino lo seguì in Britannia nella campagna di guerra contro i Pitti; nel 306 alla morte del padre, acclamato dai soldati ne assunse il titolo e il comando.
Divenuto imperatore, Costantino richiamò presso di sé Elena sua madre, dandole il titolo di ‘Augusta’, la ricoprì di onori, dandole libero accesso al tesoro imperiale, facendo incidere il suo nome e la sua immagine sulle monete.
Di queste prerogative Elena Flavia Augusta ne fece buon uso, beneficò generosamente persone di ogni ceto e intere città, la sua bontà arrivava in soccorso dei poveri con vesti e denaro; fece liberare molti condannati dalle carceri o dalle miniere e anche dall’esilio.
Fu donna di splendida fede e quanto abbia influito sul figlio, nell’emanazione nel 313 dell’editto di Milano che riconosceva libertà di culto al cristianesimo, non ci è dato sapere.
Ci sono due ipotesi storiche, una di Eusebio che affermava che Elena sia stata convertita al cristianesimo dal figlio Costantino e l’altra di s. Ambrogio che affermava il contrario; certamente deve essere stato così, perché Costantino ricevé il battesimo solo in punto di morte nel 337.
Ad ogni modo Elena visse esemplarmente la sua fede, nell’attuare le virtù cristiane e nel praticare le buone opere; partecipava umilmente alle funzioni religiose, a volte mischiandosi in abiti modesti tra la folla dei fedeli; spesso invitava i poveri a pranzo nel suo palazzo, servendoli con le proprie mani.
Tenne un atteggiamento prudente, quando ci fu la tragedia familiare di Costantino, il quale nel 326 fece uccidere il figlio Crispo avuto da Minervina, su istigazione della matrigna Fausta e poi la stessa sua moglie Fausta, sospettata di attentare al suo onore.
E forse proprio per questi foschi episodi che coinvolgevano il figlio Costantino, a 78 anni nel 326, Elena intraprese un pellegrinaggio penitenziale ai Luoghi Santi di Palestina.
Qui si adoperò per la costruzione delle Basiliche della Natività a Betlemme e dell’Ascensione sul Monte degli Ulivi, che Costantino poi ornò splendidamente.
La tradizione narra che Elena, salita sul Golgota per purificare quel sacro luogo dagli edifici pagani fatti costruire dai romani, scoprì la vera Croce di Cristo, perché il cadavere di un uomo messo a giacere su di essa ritornò miracolosamente in vita.
Questo episodio leggendario è stato raffigurato da tanti artisti, ma i più noti sono i dipinti nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme di Roma e nel famoso ciclo di S. Francesco ad Arezzo di Piero della Francesca.
Insieme alla Croce furono ritrovati anche tre chiodi, i quali furono donati al figlio Costantino, forgiandone uno nel morso del suo cavallo e un altro incastonato all’interno della famosa Corona Ferrea, conservata nel duomo di Monza.
L’intento di Elena era quello di consigliare al figlio la moderazione ed indicargli che non c’è sovrano terreno che non sia sottoposto a Cristo; inoltre avrebbe indotto Costantino a costruire la Basilica dell’Anastatis, cioè della Resurrezione.
Elena morì a circa 80 anni, assistita dal figlio, verso il 329 in un luogo non identificato; il suo corpo fu però trasportato a Roma e sepolto sulla via Labicana “ai due lauri”, oggi Torpignattara; posto in un sarcofago di porfido, collocato in uno splendido mausoleo a forma circolare con cupola.
Fu da subito considerata una santa e con questo titolo fu conosciuta nei secoli successivi; i pellegrini che arrivavano a Roma non omettevano di visitare anche il sepolcro di s. Elena, situato tangente al portico d’ingresso della Basilica dei Santi Marcellino e Pietro.
Il grandioso sarcofago di porfido fu trasportato nell’XI secolo al Laterano e oggi è conservato nei Musei Vaticani. Il suo culto si diffuse largamente in Oriente e in Occidente, l’agiografo Usuardo per primo ne inserì il nome nel suo ‘Martirologio’ al 18 agosto e da lì passò nel ‘Martirologio Romano’ alla stessa data; in Oriente è venerata il 21 maggio insieme al figlio s. Costantino imperatore.
Gli strumenti della Passione da lei ritrovati, furono custoditi e venerati nella Basilica romana di S. Croce in Gerusalemme, da lei fatta costruire per tale scopo, le sue reliquie hanno avuto una storia a parte, già dopo due anni dalla sepoltura a Roma, il corpo fu trasferito a Costantinopoli e posto nel mausoleo che l’imperatore aveva preparato per sé.
Poi le notizie discordano, una prima tradizione dice che nell’840 il presbitero Teogisio dell’abbazia di Hauvilliers (Reims) trasferì le reliquie in Francia; una seconda tradizione afferma che verso il 1140 papa Innocenzo II le trasferì nella Basilica romana dell’Aracoeli e infine una terza tradizione dice che il canonico Aicardo le portò a Venezia nel 1212.
È probabile che il percorso sia stato Roma - via Labicana, poi Reims e dopo la Rivoluzione Francese le reliquie siano state definitivamente collocate nella Cappella della Confraternita di S. Croce nella chiesa di Saint Leu di Parigi; qualche reliquia deve essere giunta negli altri luoghi dell’Aracoeli a Roma e a Venezia.
S. Elena è la santa patrona di Pesaro e Ascoli Piceno, venerata con culto speciale anche in Germania, a Colonia, Treviri, Bonn e in Francia ad Elna, che in origine si chiamava “Castrum Helenae”.
Inoltre è considerata la protettrice dei fabbricanti di chiodi e di aghi; è invocata da chi cerca gli oggetti smarriti; in Russia si semina il lino nel giorno della sua festa, affinché cresca lungo come i suoi capelli.
Nel più grande tempio della cristianità, S. Pietro in Vaticano, s. Elena è ricordata con una colossale statua in marmo, posta come quelle di s. Andrea, la Veronica, s. Longino, alla base dei quattro enormi pilastri che sorreggono la cupola di Michelangelo e fanno da corona all’altare della Confessione, sotto il quale c’è la tomba dell’apostolo Pietro.


 
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view post Posted on 17/8/2012, 17:09

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Il simbolo e l’esempio
La festa si celebra il 18 agosto, ma la riforma del calendario liturgico ne ha tolto l’ufficialità. La Chiesa greca la festeggia il 21 maggio.

Bisogna dire che Elena ha seguito la strada della santità nella posizione più difficile nella quale uno si possa trovare: quella della ricchezza, del potere, della gloria, del lusso, tutte cose che seppe tenere a bada, non considerare e volgere al fine migliore della carità e del culto. Non disprezzò quindi i talenti che il Signore le aveva dato e ne fece tesoro, seguendo la virtù proprio là dove è più difficile e dove risiede il fulgore vano della felicità terrena che abbaglia gran parte degli uomini.
Forse, portati come siamo a giudicare le cose più con la retorica del tempo che con la mente non riusciamo ad apprezzare quanto merita questa figura che si presenta davanti a noi senza i titoli, oggi sfolgoranti, della persecuzione e della povertà. La nostra mentalità non sa apprezzare abbastanza una testimonianza così preziosa, di chi è passato indenne attraverso la reggia imperiale, che è un crogiolo di tentazioni.

Ancor prima di essere cristiana Elena aveva mostrato mitezza e disinteresse per le cose del mondo accettando la sventura, ritirandosi al momento del ripudio senza recriminare, senza usare espedienti, segno che poco potevano le seduzioni della potenza e della ricchezza sulla sua anima sostanzialmente sana, onesta e forte. Divenuta cristiana seppe trasformare un ruolo decorativo, una vita destinata al piacere, una posizione di potere in un esercizio delle virtù, proprio in quell’ambiente e in quella posizione che avevano visto le gesta di Agrippina, Messalina, Poppea.

Nell’arte
Nonostante l’alta collocazione nella gerarchia imperiale, non abbiamo un’immagine coeva di lei, una statua come abbiamo invece di molti imperatori e imperatrici. Un’idea del suo volto si può avere da alcune medaglie e monete dove si nota una notevole somiglianza con il figlio Costantino.
Il Veronese ne ha data l’immagine meno convenzionale, di donna pensosa e meditativa nel quadro La visione di Elena, che si trova nelle Città del Vaticano. Il ciclo più importate della leggenda di Sant’Elena è dovuto a Piero della Francesca nella chiesa di San Francesco ad Arezzo.
Notevoli sono i rilievi del contrafforte della Cattedrale di Reims, gli affreschi di Agnolo Gaddi in Santa Croce a Firenze, così come le tavole della scuola di Piero Lorenzetti nel Museo dell’Opera del Duomo di Siena.

I temi più trattati sono gli episodi riguardanti la scoperta e l’identificazione della Croce, sui quali esistono infinite opere, disegni, incisioni, affreschi.

L’Invenzione della Croce
Sant’Elena è la protagonista dell’Invenzione della Santa Croce che è stata dipinta mirabilmente in un ciclo d’affreschi da Piero delle Francesca, il quale pare seguire la narrazione della Leggenda aurea di Jacopo da Varagine, raccolta probabilmente tra il 1260 e il 1263, forse integrandola, o forse già integrata, con elementi apologetici e d’ingenua devozionalità. Doveva essere materia anche conosciuta se si trovano anche numerose sacre rappresentazioni popolari che trattano il Mistero della Croce.

Il racconto però ha un nucleo antico tutt’altro che ingenuo, che tenta una sintesi mitica della storia cristiana della Salvezza, partendo da un simbolo di grande potenza: l’Albero cosmico, che appartiene alle più antiche speculazioni di carattere religioso.
Questo messaggio, con molte suggestioni iniziatiche, mostra d’essere stato mirabilmente compreso da Piero della Francesca, il quale compone i momenti fondamentali di questa vicenda negli affreschi del Coro della Basilica di San Francesco d’Arezzo, uno dei luoghi più alti di ogni rivelazione artistica.

Il pittore infatti pone al sommo della storia, nel lunettone in alto a destra, la pianta che sorge dalla tomba di Adamo, il primo uomo colpevole del primo errore, dal cui sepolcro sorse il legno, destinato ad essere lo strumento del felice futuro riscatto. L’Albero di Adamo cresce, diviene immenso: Salomone ne ricava un ponte e la Regina di Saba, che giunge là dal suo regno, predice che quel legno sarà la salute per i cristiani e la fine del regno dei Giudei. Salomone, temendo per il suo popolo, lo sotterra, ma la tavola nascosta opera miracoli e infine riappare. Viene così presa per fare la croce di Cristo e scompare di nuovo per altri duecento anni, finché la scopre Sant’Elena (Invenzione della Croce, che si festeggia il 3 Maggio), madre dall’Imperatore Costantino il quale, vedendo in sogno il simbolo, si converte e con quel segno vince Massenzio. La croce, ritrovata da Elena grazie ai suoi miracoli, viene custodita in Gerusalemme per trecento anni, finché il re persiano Cosroe Parviz, conquistando la città santa, la ruba e la usa per il suo trono. Quattordici anni dopo, nell’anno 628, gliela toglie l’imperatore Eraclio, che lo vince in battaglia e riporta umilmente la Croce a Gerusalemme: è quella che si chiama l’Esaltazione della Croce (festa il 14 settembre) la cui rappresentazione appare nel lunettone in alto, di fronte a quello nel quale è iniziata la sacra storia.

Poi del legno della croce si persero definitivamente le tracce allorché nel 1187 il vescovo di Bethlem volle portarla alla battaglia di Hattin in Galilea. Così, misteriosamente come già altre volte, il Lignum Crucis scompare, questa volta per lungo tempo come altre volte era accaduto.
Queste continue scomparse e apparizioni riconducono a miti come il Graal, simbolo segreto e nascosto, che scompare e riappare solo ai più degni, secondo un misterioso disegno. Vi era in tutto questo una materia esoterica. Piero della Francesca sentì profondamente il senso genuino della parabola sacra seguendo il testo della leggenda fino nei particolari, trasfigurando in simboli gli esseri umani e la cose, tutti chiamati a partecipare al mistero della creazione, della caduta e della redenzione. Gli attori di questa vicenda sono come folgorati da una luce interiore e, così quotidiani e così semplici, stanno in una dimensione lontana come quella del mito, dove tutto avviene perché tutto è già predetto e deciso.

Gli attributi di Sant’Elena
È di solito rappresentata anziana, con le insegne regali, ma si trovano anche rappresentazioni nelle sembianze di una donna giovane e bella, quale dovette essere e come dice anche la Leggenda Aurea.
Porta la corona imperiale.
Ha il manto regale e abiti sontuosi, segno della regalità.
Regge una croce molto grande.
Porta a volte tre chiodi e un martello.
Regge il modello di una chiesa, ricordando alla sua attività di edificazione.
Regge il Santo Sepolcro.
È rappresentata spesso col figlio Costantino.
Talvolta è rappresentata con la sua visione di angeli che portano nel cielo una croce.

Le protezioni e i patrocini
È protettrice di Ascoli Piceno e Pesaro.
È molto venerata nel Nord Europa, dove si semina il lino nel giorno della sua festa perché così viene lungo e fino come i suoi capelli. In particolare il suo culto è vivo in Germania, Francia, Colonia, Treviri, Bonn.

Protegge in particolare:
Tintori.
Fabbricanti di chiodi e aghi.
Aiuta coloro che cercano le cose smarrite, condividendo questa funzione con Sant’Antonio da Padova.

Protegge da:
Il fuoco.
Le tempeste.
Dall’epilessia e dal cancro che erano ritenuti di origine diabolica.

 
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view post Posted on 18/8/2012, 20:18

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QUOTE

Gabriella Valentini scrive: S-Elena intercedi per me!


 
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