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S. ASPRENO, 1° vescovo di Napoli

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view post Posted on 3/8/2011, 08:51

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Mercoledì 03 Agosto 2011

Sant’Aspreno
1° vescovo di Napoli



Moltissimi napoletani, presi dalla grande devozione per il patrono principale della città, S. Gennaro, e dal suo periodico spettacolare miracolo della liquefazione del sangue (3 volte l’anno : 1) ottava del primo sabato di maggio; 2) ottava del 19 settembre; 3) 16 dicembre) hanno dimenticato o addirittura ignorano che il primo vescovo della nascente comunità cristiana di Napoli fu S. Aspreno, mentre S. Gennaro fu vescovo di Benevento e morto martire a Pozzuoli.

Aspreno sarebbe vissuto tra il I e il II sec. d.C.. Secondo il Calendario Marmoreo Napoletano, un'antica stele sulla quale ci sono i nomi dei vescovi di Napoli sino al IX secolo, la sua guida pastorale sarebbe stata di circa 23 anni.

La sua vita si sarebbe svolta sotto gli imperatori Traiano e Adriano. Fu particolarmente ricolmo d'amore verso i poveri e si dimostrò sempre disponibile verso qualsiasi persona al di là del ceto e della condizione sociale; il suo speciale carisma fece accrescere la comunità cristiana napoletana.

Della sua vita non si sa niente di certo ma un’antichissima leggenda, ripresa poi da testi successivi con rimaneggiamenti, narra che S. Pietro, fondata la Chiesa d’Antiochia, dirigendosi verso Roma con alcuni discepoli, passò per Napoli dove avrebbe guarito da un male una vecchia la quale si sarebbe convertita e sarebbe poi divenuta S. Candida la Vecchia.

Candida avrebbe portato da Pietro proprio Aspreno, anch'egli infermo. La leggenda narra che, a guarigione avvenuta, Aspreno si convertì e quando Pietro dovette lasciare Napoli per Roma consacrò l'uomo vescovo poiché nel frattempo la comunità cristiana era divenuta ampia e necessitava di un pastore.

Il vescovo Aspreno avrebbe fatto costruire la chiesa di Santa Maria del Principio, dove poi sarebbe sorta la Basilica di Santa Restituta e quindi il Duomo di Napoli.

La leggenda attribuisce ad Aspreno anche la fondazione della Basilica di San Pietro ad Aram, prima chiesa napoletana dove è ancora presente l'altare su cui Pietro avrebbe celebrato la mensa eucaristica.

Il santo vescovo morì ricco di meriti, e vari miracoli furono ottenuti per sua intercessione. Fu sepolto, secondo la tradizione, nell'oratorio della chiesa di Santa Maria del Principio.

Alcuni studi più recenti accertarono che fu posto nelle catacombe di S. Gennaro, nella cui basilichetta superiore vi erano le immagini, non ben conservate, dei primi 14 vescovi napoletani; il vescovo Giovanni lo Scriba (842-849) fece trasportare i resti nella basilica Stefania, dedicando ad ognuno una tumulazione con immagine e S. Aspreno sotto l’altare della cappella a lui dedicata.

Nella Cappella del tesoro di S. Gennaro, che si trova nel Duomo, vi è, insieme a quello di Gennaro e degli altri 50 santi protettori di Napoli, il suo busto d'argento e si ritiene che nel tesoro ci sia il bastone con cui l'apostolo Pietro lo guarì dalla malattia.

Nella Chiesa di Sant’Aspreno al Porto, a lui dedicata, si trova il suo Pastorale. Una seconda chiesa, a Napoli, si chiama Sant’Aspreno ai Crociferi; inoltre una cappella gli è dedicata nell’antichissima basilica di Santa Restituta che comunica con il Duomo di Napoli.

Sant’Aspreno fu il primo patrono di Napoli ma, dal 1673, è passato in seconda posizione dietro S. Gennaro.

È particolarmente invocato per curare l’emicrania; la sua festa liturgica viene ricordata nel Martirologio Romano e nel Calendario Marmoreo al 3 agosto.



 
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view post Posted on 2/8/2012, 19:10

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Cappella Sant’Aspreno al Duomo di Napoli

E’ la Cappella di Sant’Aspreno I vescovo e compatrono della città di Napoli,[1] del quale le sacre ceneri son riposte in un’urna dietro l’altare della Cappella interno Duomo di Napoli accosta sul lato destra alla Cappella dei Santi Pietro Apostolo e Anastasia martire pur detta Cappella Capece Minutolo e a sinistra alla Cappella Maggiore o anche detta Cappella dell’Assunta.
Rimasta intatta nella sua struttura gotica, i dipinti son stati organizzati da Filippo Tesauro il Vecchio in diciotto scompartimenti per realizzare i cosiddetti Atti di Sant’Aspreno e cioè: nel primo riquadro è raffigurato Sant’Aspreno che incontra Santa Candida, quest’ultima dall’iconografia cristiana in più parti e in più momenti di restauro dei dipinti appare senza aureola, perchè espunta dal novero dei santi in seguito all’accertamento dell’infondata notizia sulla sua esistenza e del non dato certo sia stata battezzata a Napoli proprio da Pietro in questa città attestatosi nel suo epico viaggio dalle Calabrie ioniche alla volta di Roma, nella chiesa di San Pietro ad Aram alla Duchesca.

Nella seconda icona è la stessa Candida ritratta mentre conferisce a Sant’Aspreno la dignità dell’episcopato simbolicamente significato nell’atto di passargli il bastone di San Pietro; nella terza icona è Candida appresso a Sant’Aspreno che si recano pii e devoti ai piedi di San Pietro Apostolo.

Poi sarà tutto un concorrere di elementi tratti dalla vita di Sant’Aspreno e così nella quarta icona il Santo viene battezzato, nella quinta compie il miracolo di dar la vista ad un cieco e nella sesta sana uno storpio, nella settima un paralitico, breve battuta d’arresto e si riprende: nell’ottava viene consacrato vescovo direttamente per ingiunzione delle mani di Pietro l’Apostolo; nella nona predica al popolo e nella decima si racconta della sua venerabile morte; nell’undicesima compie il miracolo di ottenere figli ad una donna sterile; nella dodicesima la coppia grata per il miracolo ottenuto fa edificare una chiesa in suo onore e nella tredicesima sana una donna afflitta dal mal di testa; nella quattordicesima, suggestivo finalmente si racconta del gesto probe di quel genitore che ottenne il miracolo di aver avuto un figlio da una moglie che figli non poteva avere e quindi corre a tempio a rendere grazie al Santo; nella quindicesima il Santo guarisce per miracolo una donna sofferente di artrite, nella sedicesima ne guarisce una dalla nefrite, nella diciassettesima una dal cosiddetto mal caduco e nella diciottesima ed ultima icona ne guarisce una da un male pungente che il Galante chiama morbo acuto.

Tesauro il Giovane nel 1440 riusci nell’intenzione di riordinare le luminosità dell’impianto pittorico sul quale ebbe a metterci mano nel 1750 anche Filippo Andreali, discepolo di Francesco Solimena; di Annibale Caccavello è invece il “Bassorilievo della Vergine” dietro l’altare e lateralmente di Guglielmo e Nicola de Tocco le due urne; alla parete destra dall’ingresso della Cappella trovasi la tomba di Gianbattista de Tocco mentre alla sua sinistra quello di Giangiacomo opera sullo stile di Merliano e Santacroce.
Fino al 1370 in questa Cappella si trovò ricoverata anche l’urna dell’arcivescovo Beltrando Meyshones morto nel 1362 e il sepolcro del Cardinal Rainaldo Piscicelli morto nel 1452.

 
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