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B. METODIO DOMENICO TRČKA, Sacerdote e martire

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Yoghina
view post Posted on 22/3/2011, 21:18




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Mercoledì 23 Marzo 2011
Beato Metodio Domenico Trčka
Sacerdote redentorista e martire



Metodio Domenico, al secolo Metod Dominik, Trčka nacque il 6 luglio 1886 a Frýdlant nad Ostravicí (attuale Repubblica Ceca). Ultimo di sette figli di Františka (Francesca) Štěrbová e Tomáš (Tommaso) Trčka, fu battezzato il giorno seguente.

Orientatosi per la vita religiosa, nel 1902 entrò nella Congregazione del Ss. Redentore, professando i voti religiosi il 25 agosto 1904, dopo l’anno di noviziato.

Compiuti gli studi teologici, fu ordinato presbitero a Praga il 17 luglio 1910, dall’arcivescovo Leo Skrbenský.

Spese i primi anni di sacerdozio nella pastorale delle missioni popolari, risiedendo a Praga, presso il santuario mariano di Svatá Hora e a Plzen. Durante la Iª guerra mondiale non risparmiò le forze nell’occuparsi particolarmente dei profughi croati, sloveni e rutheni, ai quali, non solo amministrava i sacramenti e insegnava il catechismo, ma cercava anche di sovvenirli in ogni necessità.

Già durante gli anni di seminario aveva espresso il desiderio di lavorare fra i cristiani di rito orientale, cosa che ebbe modo di realizzare nel 1919, quando, dal Superiore Provinciale dei Redentoristi di Praga, fu mandato a Lviv, per svolgere l’apostolato tra i fedeli greco-cattolici.

Nel dicembre 1921 venne mandato a Stropkov, nella Slovacchia Orientale, dove, con i confratelli, fondò la prima comunità redentorista di rito latino e bizantino.

Diventato superiore della comunità, nel 1924, svolse una fervente attività missionaria nelle tre eparchie di Prešov, Užhorod e Križevci, proclamando la Parola di Dio e fondando la confraternita di “Madre del Perpetuo Soccorso e del Santo Rosario”.

Nell’anno 1931, i Redentoristi greco-cattolici si trasferirono nella nuova casa a Michalovce.

Padre Metodio fu superiore fino a luglio 1932, quando, stanco per il lavoro e la costruzione della casa religiosa, tornò a Stropkov, dove, oltre a curarsi, si occupò anche della pastorale nelle città e parrocchie vicine. Tornato a Michalovce nel 1934, nel marzo dell’anno seguente, dalla Congregazione per le Chiese Orientali fu nominato visitatore apostolico delle suore basiliane a Prešov ed a Užhorod.

Rieletto superiore nel luglio 1936, svolse tale compito fino all’aprile del 1942.

Durante la IIª guerra mondiale i Redentoristi subirono numerose difficoltà da parte dello Stato Slovacco che li sospettava di fanatismo e di propaganda contro lo Stato. P. Metodio, principale sospettato in quanto superiore, per il bene della comunità, ritenne opportuno dimettersi e recarsi in Ucraina con altri tre confratelli, ma non ricevette il permesso dallo Stato.

Con la fine della IIª Guerra mondiale migliorarono i rapporti con lo Stato, tanto che i Redentoristi, il 21 dicembre 1945, eressero canonicamente la Vice-Provincia di Michalovce e, il 23 marzo dell’anno seguente, p. Metodio fu nominato primo superiore vice provinciale.

Con l’avvento del regime comunista però, nel giro di poco tempo, fu tutto cancellato.

Nel 1949 fu soppressa la Vice-Provincia e, durante la notte del 13 aprile 1950, tutti i religiosi furono portati nei campi di concentramento. P. Metodio, che in quel tempo si trovava a Sabinov, venne trasferito a Podolínec e da qui portato più volte al famoso “mlyn di Leopoldov ”. Le testimonianze degli altri prigionieri affermano che per proteggere i confratelli egli si assunse ogni colpa e responsabilità, sopportando le sevizie con serenità.

Durante il processo, il 12 aprile 1952, fu accusato di collaborazione con il vescovo Gojdic perché divulgava le lettere pastorali e consegnava informazioni ai suoi superiori a Praga e tramite loro a Roma. Questo era considerato spionaggio e alto tradimento contro lo Stato. Con tali argomenti e con una falsa storia di tentativo di fuga all’estero, p. Metodio fu condannato a 12 anni di carcere. Visse gli ultimi anni nelle prigioni di Ilava, Mírov e Leopoldov.

Nonostante le malattie, dovute all’età e alle dure condizioni di vita, il suo spirito rimase forte, sempre sperando in Dio e nell’adempimento della sua volontà. Quando aveva la possibilità non solo pregava, ma celebrava anche la sacra liturgia.

Nell’aprile del 1958 fu trasferito a Leopoldov, considerata una delle prigioni più dure. Durante il periodo di Natale, mentre cantava una canzone religiosa fu sentito dal custode del carcere e trasferito nella “cella di correzione”, dove, a causa degli stenti e del luogo rigido e malsano, si ammalò di polmonite.

Un compagno di carcere, che era medico, chiese ai superiori che il p. Metodio venisse portato nell’ospedale, ma ottenne solo il trasferimento in una cella di isolamento, cosa che non arrecò nessun miglioramento alla sua salute ormai compromessa.

Riportato dopo qualche tempo nella propria cella, si spense alle 9 del mattino del 23 marzo 1959, dopo aver perdonato i suoi aguzzini.

Sepolto nel cimitero del carcere, nel 1969, con la restaurazione della chiesa greco-cattolica, i confratelli poterono trasferire il corpo a Michalovce, dove attualmente riposa nella chiesa redentorista dello “Spirito Santo”.

Metodio Domenico Trčka è stato beatificato a Roma da Papa Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005), il 4 novembre 2001.




 
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view post Posted on 22/3/2012, 19:52

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Nel 1902 entrò nell’educandato dei redentoristi della provincia di Praga e il 25 agosto 1904 emise la professione religiosa. A compimento degli studi fu ordinato a Praga il 17 luglio 1910. Impiegò i primi anni di sacerdozio nelle missioni popolari. Nel 1919 fu mandato a lavorare fra i greco-cattolici nella zona di Halic in Galizia, e quindi in Slovacchia, nell’eparchia di Pre_ov, dove svolse un intenso lavoro missionario. Nel marzo del 1935, dalla Congregazione per le Chiese orientali, fu nominato visitatore apostolico delle monache basiliane a Pre_ov e a U_horod. Con l’erezione della Vice-provincia redentorista greco-cattolica di Michalovce, il p. Tr_ka, fu nominato vice-provinciale (23 marzo 1946). Subito si impegnò per la fondazione di nuove case religiose e la formazione dei giovani redentoristi.
Nella notte tra il 13 e il 14 aprile 1950 il governo cecoslovacco soppresse tutte le comunità religiose. Dopo un processo sommario, il 21 aprile 1952, il Beato fu condannato a 12 anni di carcere, durante i quali subì estenuanti interrogatori e terribili torture. Trasferito nell’aprile del 1958 nella prigione di Leopoldov, a seguito di una polmonite, contratta nella cella di rigore dove era stato rinchiuso per aver cantato un inno natalizio, morì il 23 marzo 1959.
Sepolto nel cimitero della prigione, dopo la restaurazione della Chiesa greco-cattolica, i resti mortali del beato Tr_ka, il 17 ottobre 1969, sono stati traslati nella tomba dei redentoristi nel cimitero di Michalovce.

Martirologio Romano: A Leopoldov in Slovacchia, beato Metodio Domenico Trčka, sacerdote della Congregazione del Santissimo Redentore e martire, il cui pellegrinaggio terreno, in tempo di persecuzione della fede, si tramutò con il suo glorioso martirio in vita eterna.

Quando la Chiesa volesse scegliere un nuovo celeste patrono per il canto liturgico, forse farebbe bene a ricordarsi del beato Metodio Domenico Trčka, che si beccò una polmonite e finì i suoi giorni in una cella di isolamento per il semplice fatto che lo avevano sentito cantare un canto natalizio nella cella della prigione in cui era stato rinchiuso per motivi religiosi.
Nasce nel 1886 in Moravia, ora territorio della Repubblica Ceca; si unisce ai Redentoristi e nel 1904 viene ordinato sacerdote. Si tuffa subito nelle missioni parrocchiali perché ha una buona eloquenza e un metodo originale di predicazione che incanta i fedeli. Durante la prima guerra mondiale si dedica, senza risparmiarsi, all’assistenza spirituale dei profughi croati, sloveni e rutheni.
Nel 1919 i superiori appagano il suo desiderio di lavorare tra i cristiani di rito orientale e lo mandano a svolgere apostolato tra i fedeli greco-cattolici di Lviv. E’ qui che al suo nome di battesimo, Domenico, aggiunge quello di Metodio, per sottolineare anche in questo modo il suo riferimento spirituale e devozionale ai santi fratelli Cirillo e Metodio, apostoli degli Slavi. La sua attività diventa intensa, quasi frenetica, tra nuove comunità redentoriste da fondare, chiese da ricostruire, conventi da edificare. E mentre rivela le sue doti di costruttore dinamico ed organizzatore perfetto, non trascura il suo apostolato, che anzi illumina e sostiene tutto il fervore della sua attività “manuale”. Che tuttavia è così faticosa e snervante da minare la sua salute.
Deve tornare in patria a riposarsi e curarsi, ma appena la salute glielo permette ritorna al suo posto di lavoro riprendendo, il suo abituale ritmo di lavoro. L’occhiuta polizia slovacca comincia a guardare con sospetto tanto suo dinamismo e, in generale, tutta l’attività dei Rendentoristi, accusati di fanatismo e di attività sovversiva. Padre Trčka arriva a rinunciare al suo posto di superiore, nella speranza che ciò serva a rasserenare il clima e ad alleggerire la pressione sui confratelli. Con l’avvento del regime comunista le difficoltà degli anni precedenti si trasformano in persecuzione vera e propria.
Lo arrestano il 13 aprile 1950, montandogli contro un’accusa inconsistente. Insieme agli altri religiosi è avviato nei campi di concentramento in attesa del processo e poi condannato a 12 anni di carcere. Stupisce tutti per la serenità con cui affronta le prove, sopporta la prigionia, incoraggia e assiste spiritualmente gli altri. Tutto questo fino al Natale 1958, quando lo spediscono nella cella di correzione perché lo hanno sentito cantare un canto religioso. Gli stenti e le sofferenze di quel luogo malsano gli procurano una polmonite, che lo porta alla morte il 23 marzo 1959.
Solo una decina d’anni fa, dopo la caduta del regime comunista, viene riabilitato, mentre la Chiesa lo riconosce martire il 24 aprile 2001, spalancando così le porte alla beatificazione che Giovanni Paolo II celebra solennemente il 4 novembre 2001.

Autore: Gianpiero Pettiti

 
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