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S. CORRADO CONFALONIERI, Eremita

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Yoghina
view post Posted on 19/2/2011, 10:13




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Sabato 19 Febbraio 2011
San Corrado Confalonieri, Eremita
Patrono di Noto e Calendasco



Corrado nasce a Calendasco (PC) nel 1290. Egli discende dalla nobile casata dei Confalonieri che, oltre ad abitare in Piacenza, avevano vasti feudi assegnati loro quale privilegio di essere una famiglia guelfa fedele alla Chiesa.

A Piacenza, nel palazzo dei conti Caracciolo, che ha la facciata principale su via Borghetto, è tradizione che sia vissuto Corrado Confalonieri. Nel portico interno si apriva un pozzo, che ancora oggi conserva il nome di S. Corrado, al quale i fedeli si recavano per attingervi l'acqua.

Il Confalonieri nel 1313 era sui ventitré anni nel vigore delle forze. In un giorno del giugno di quell'anno usciva dal suo castello di Celleri, ove ancora si può vedere la stanza dove nacque. Aveva con se un seguito di servi per andare a caccia, la quale allora si faceva con frecce e reti. Incominciò a percorrere i boschi verso Travazzano, nel luogo ora detto case Bruciate. Il giovane, guidato lontano dai cani che dovevano spingere la selvaggina nei lacci, si avvide che le lepri inseguite si erano acquattate sotto alcuni rovi dai quali i cani non riuscivano a stanarle. Una malaugurata idea balenò nella mente del cacciatore. Raccolte delle sterpaglie ne circondò i cespugli, quindi, percossa con l'acciarino la pietra focaia, ne ottenne delle scintille ed appiccò il fuoco al roveto, contento di averne fatto uscire le lepri.

Ottenuta una buona cacciagione, il Confalonieri tornò a casa e non vide quello che accadde poi: la piccola fiamma propagatasi da sterpo a sterpo a poco a poco era diventata un grande incendio, devastando boschi, campi e case.

Molta gente accorse sul posto. Qualcuno indicò un povero contadino che si aggirava da quelle parti forse nell'intento di approfittare della paura per qualche furto. Il contadino fu ritenuto l'incendiario e come tale condannato a morte.

Un triste corteo sfilava un mattino a Piacenza davanti alla casa dei Confalonieri. Era composto da guerrieri e sacerdoti. Si udiva il tintinnare delle catene e delle sonanti armature e, insieme, il mormorio di lugubri preghiere. Si conduceva al supplizio il presunto incendiario.

Corrado Confalonieri si accorse di quanto stava accadendo e sentì rimorso del suo codardo silenzio. La sua generosa natura si svegliò d'improvviso, balzò in piedi, chiamò i suoi alle armi e si precipitò in strada. Grazie alla sorpresa non gli fu difficile impadronirsi del prigioniero, portarlo nel suo palazzo e chiuderlo in luogo sicuro. Più difficile era per lui, guelfo, difendersi da Galeazzo Visconti, allora vicario imperiale, nell'incontrastato prevalere dei ghibellini.

Il Confalonieri, comunque, non esitò a presentarsi al palazzo del Comune dove risiedeva il terribile Visconti che non riusciva a togliersi dalla mente che l'incendio fosse un attentato dei guelfi. L'insolita lealtà che si leggeva sul viso del giovane, lo aiutò. Grazie alle parole adatte e opportune svanì l'ira del Ghibellino e ottenuta la libertà dell'innocente che già si era sentito il capestro alla gola.

Il Confalonieri era tenuto a rifondere i danni arrecati involontariamente grazie alla propria imprudenza? Forse la legge e la coscienza non lo obbligavano, ma egli con grande magnanimità preferì offrire ogni suo avere per rifondere i danni, consenziente la sua giovane sposa Eufrosina da Lodi.

Ridotti entrambi in estrema povertà, lei prese il velo nel patrio monastero di S. Chiara, egli si iscrisse al terz'ordine dei Frati Minori nel quale non si era legati da alcun voto. Dopo qualche anno, ormai sicuro della vocazione della consorte, Corrado, in abito da romeo, partì dal piacentino senza che nessuno sapesse dove era diretto. Si seppe poi che, dopo non poche peripezie, aveva preso dimora in Sicilia in una grotta a tre miglia da Noto dove visse infine una vita anacoretica, da eremita.

Corrado Confalonieri morì nella grotta dei Pizzoni il 19 febbraio del 1351; verrà seppellito nella Chiesa di San Nicolò a Noto Antica, secondo le sue volontà. In seguito il corpo è traslato nella bellissima Cattedrale di Noto ove è venerato da parecchi secoli. Per i suoi miracoli fu subito venerato come santo dai fedeli della zona di Noto.

L'iter relativo alla beatificazione e poi santificazione di Corrado Confalonieri è assai ricca di sviluppi. Già subito dopo la morte si avviarono le procedure che per quel periodo erano meno complesse, cioè già il vescovo locale, che allora era quello di Siracusa, poteva procedere egli stesso alla santificazione di una persona vissuta in virtù eroiche testimoniate oltre che dalla vita stessa anche da persone viventi che avevano conosciuto la persona nomata alla santità.

Lo stesso vescovo di Siracusa (sotto la cui cura ricadeva all'epoca anche la città di Noto) aveva assistito personalmente al miracolo dei pani compiuto da Corrado. Il vescovo accertò di persona che egli viveva in una grotta nelle montagne netine senza nulla di ciò che serve alla vita comune: eppure Corrado porse al vescovo del pane caldo e fragrante, meravigliando lo stesso che ne riportò fedele memoria. Subito dopo la morte del santo si diede inizio alla causa. Sospesa poi per cause legate ad eventi politici e civili, riprese nel 1400, ancora nel 1500 e si concluse positivamente.

Nel 1515 con un breve di Pp Leone X (Giovanni de' Medici, 1513-1521) ne fu permesso ufficialmente il culto. Nominato patrono di Noto è oggetto ancor oggi di un grande culto.

I piacentini impararono la devozione per il loro concittadino dai siciliani. Nel 1615 Gianluigi Confalonieri, prima laico e ammogliato, poi sacerdote e canonico, dedicò una cappella in duomo al santo della sua famiglia. Per dotarla di una reliquia, sessantenne ed infermo intraprese un viaggio per quei tempi assai arduo. In Noto ottenne parte del braccio e la mano sinistra del Santo, e morì contento di essere andato a riposare presso la tomba del suo avo.

S. Corrado si festeggia il 19 febbraio nell'anniversario della morte (“dies natalis”) e l'ultima domenica di agosto a ricordo della sua beatificazione.

Significato del nome Corrado : "consigliere audace" (franco-tedesco).



 
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view post Posted on 19/2/2012, 11:55

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Annualmente il 19 febbraio tutta la città di Noto è in festa per il suo Santo Patrono San Corrado Confalonieri Eremita.
San Corrado viene festeggiato a Noto bene due volte l’anno: il 19 febbraio, festa liturgica che ricorda il “Dies Natalis” del Santo, e l’ultima domenica d’agosto, festa del Patrocinio a ricordo della beatificazione del Santo avvenuta il 28 agosto 1515; viene anche festeggiato alle rispettive ottave di febbraio ed agosto. Clou dei festeggiamenti è la processione dell’Urna d’argento che contiene all’interno le reliquie del Santo Eremita. La processione presieduta da una moltitudine di gente con i ceri accesi, tra cui molti a piedi scalzi per sciogliere il voto, è affiancata dai tradizionali “Cilii” alti fusti di legno con in cima una candela circondata da una lamiera lavorata, con impressi i simboli iconografici del Santo. La processione del 19 febbraio inizia alle ore 17,00 e percorre le vie della città alta, facendo sosta nelle chiese del SS. Crocifisso e del Sacro Cuore. Intorno alle ore 23,00 l’urna fa il suo trionfale ingresso in Cattedrale salutata dallo sparo di fuochi pirotecnici, quindi viene nuovamente collocata all’altare maggiore della Cattedrale in attesa della processione dell’ottava, che si celebra la domenica successiva agli otto giorni, quest’anno domenica 28 febbraio. Inoltre ogni dieci anni l’urna di San Corrado viene portata sempre in solenne processione fino all’Eremo – Santuario dedicato al Santo, che si trova a cinque chilometri della città. All’interno dell’ eremo vi è la grotta dove l’Eremita visse per circa 20 anni, morendo in fama di santità il 29 febbraio 1351. L’urna del Santo sosta nella grotta per 15 giorni. Quest’anno ricorre il decennale e quindi il primo sabato del mese di agosto, dopo la mezzanotte l’urna uscirà dalla Cattedrale per essere portata a spalla, seguita da migliaia di fedeli fino al Santuario di San Corrado Fuori le Mura.

Testo a cura di Seby Consales

 
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