Gesù Luce del mondo

SS. CIRILLO e METODIO, Compatroni d'Europa (festa)

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 14/2/2011, 09:56

Advanced Member

Group:
Servo per Amore
Posts:
5,705

Status:


image

Lunedì 14 Febbraio 2011
SS. Cirillo et Metodio
Compatroni d’Europa
(festa)



Nel mese di febbraio la liturgia ci propone due grandi evangelizzatori: Cirillo e Metodio. Due fratelli, due intrepidi testimoni di Cristo, due santi detti “Apostoli degli Slavi” perché hanno dato le loro migliori energie per annunciare il Vangelo di Cristo ai popoli slavi.

Cirillo (greco: Κύριλλος) e Metodio (greco: Μεθόδιος) sono nati a Tessalonica (Salonicco) verso gli anni 820-830.

Il loro padre, un ricco magistrato e funzionario statale, sognava per ambedue una “vocazione” da impiegati statali, con un “posto sicuro” nella burocrazia imperiale. Ma questi la pensavano diversamente. Di temperamento diverso, ben presto anche le loro strade professionali non potevano che divergere.

Metodio, il maggiore, assecondò il desiderio del padre per un po’ di tempo, diventando un eccellente amministratore nel governo di una colonia slava in Macedonia. Poi si fece monaco.

Cirillo invece, il più intellettuale dei due, studiò fino a diventare professore di filosofia nella scuola superiore (una specie di università imperiale) di Costantinopoli. Rifiutò nozze prestigiose e anche incarichi di amministrazione statale. Insegnò filosofia così bene che venne chiamato “il Filosofo”. Dimostrò grandi doti di comunicazione, tanto che gli vennero affidati incarichi diplomatici presso gli Arabi. Ma massima aspirazione di Cirillo non era tanto la filosofia e la speculazione su Dio, ma Dio stesso.

Dopo alcuni episodi torbidi a corte, con relativa congiura e assassinio che portarono ad un autentico colpo di stato, Cirillo si ritirò e raggiunse il fratello nel monastero. E così nell’anno 860 i due fratelli si incontrarono e scoprirono una comune “insoddisfazione esistenziale” che solo l’impegno totale per la causa del Vangelo di Gesù Cristo poteva colmare. Volevano qualcosa di più coinvolgente.

Diventarono sacerdoti e furono inviati dall’imperatore di Bisanzio tra gli slavi del Mar Nero a predicare il Vangelo. Nell’863 vennero inviati nuovamente a predicare il Vangelo tra gli slavi, questa volta della Moravia. Il principe Rotislavo aveva chiesto infatti dei sacerdoti slavofoni, che parlassero cioè la lingua slava. I precedenti predicatori erano o tedeschi o di lingua tedesca, e celebravano la messa in latino. Quelle popolazioni, ancora analfabete, finalmente capivano quello che veniva loro annunziato.

Il successo dei due fratelli fu enorme. La grande svolta, frutto di una brillante intuizione, fu quella dell’introduzione, quindi, dell’uso della lingua slava nella liturgia, al posto del latino che il popolo non capiva. Grande merito di Cirillo, fu quello dell’invenzione del cosiddetto (impropriamente) “alfabeto cirillico”, per codificare la lingua slava, fino allora solo parlata. Cirillo viene considerato anche il fondatore della letteratura slava. Intrapresero poi la traduzione della Scrittura in questa lingua.

Purtroppo anche le passioni umane con il loro codazzo di gelosie, di invidia e di accuse non sono estranee ai predicatori del Vangelo. La compresenza di alcuni “missionari” di lingua tedesca negli stessi territori diede origine ad un aspro dissidio di natura politico-religiosa. I due fratelli sono accusati di fomentare un certo nazionalismo, a causa della lingua slava usata nella liturgia.

Nell’869 Cirillo e Metodio dovettero andare a Roma per “discolparsi”. Papa Adriano II (867-872), con decisione saggia e lungimirante, diede sostegno ai due fratelli approvando l’uso della lingua slava nella liturgia.

Cirillo, stanco delle molte fatiche, cadde malato e sopportò il proprio male per molti giorni... Dopo aver indossato le sacre vesti, rimase per tutto il giorno ricolmo di gioia e diceva: “Da questo momento non sono più servo né dell’imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen...”.

E così all’età di 42 anni si addormentò nel Signore, il 14 febbraio dell’869, a Roma.

Papa Adriano II consacrò vescovo Metodio inviandolo di nuovo, come responsabile pastorale della Pannonia, corrispondente all’odierna Austria orientale, Moravia, parte nord della Serbia e l’Ungheria. Il vescovo di Salisburgo, però, non era d’accordo con questa delimitazione territoriale, giudicandola una indebita intrusione sul proprio territorio. Lo fece addirittura arrestare e mettere in prigione (e la sorpresa di Metodio fu quella di avere come compagno di cella un vescovo filo-imperiale e sabotatore, una spia insomma).

Finalmente nell’873 il nuovo papa Giovanni VIII (872-882) lo fece liberare, lo confermò nella carica di arcivescovo e approvò di nuovo l’uso della lingua slava nella liturgia.

Metodio morì nell’885 a Velehrad, nella Cekia di oggi.

Nel 1880 Pp Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci, 1878-1903) con l'enciclica “Grande Munus” ricordò a tutta la Chiesa gli straordinari meriti dei SS. Cirillo e Metodio per la loro opera di evangelizzazione degli slavi.

Un secolo dopo, il 31 dicembre 1980, con lettera apostolica “Egregiae Virtutis”, il Servo di Dio Giovanni Paolo II (primo Pp slavo della storia) proclamò i SS. Cirillo e Metodio compatroni d'Europa assieme a S. Benedetto da Norcia.

 
Top
view post Posted on 14/2/2012, 10:21

Advanced Member

Group:
Servo per Amore
Posts:
5,705

Status:


La «franchezza» con cui i due apostoli Paolo e Barnaba furono capaci di estendere «ai pagani» l’annuncio della «parola di Dio» (At 13,46) - secondo la vivace cronaca degli Atti - ci introduce immediatamente nel carattere ardente e coraggioso dei santi Cirillo e Metodio, che la Chiesa oggi festeggia come compatroni d’Europa. I due apostoli di Salonicco, fratelli nella carne e nella fede, svolsero una grandiosa opera di evangelizzazione tra le nazioni slave in un periodo storico in cui, seppur non ancora segnata dalla divisione tra oriente e occidente, la Chiesa viveva già gravi tensioni al suo interno.
Consapevoli di aver ricevuto il mandato da parte del Signore Gesù ad andare «in ogni città e luogo dove stava per recarsi» (Lc 10,1), Cirillo e Metodio inventarono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua le Scritture e i testi della liturgia latina, per spalancare ai popoli balcani «le impenetrabili ricchezze» (Ef 3,8) della Parola di Dio e l’efficacia dei Sacramenti. Pur trovando approvazione e appoggio presso il Papa, i due apostoli degli slavi furono anche molto osteggiati all’interno della Chiesa per questa innovativa azione pastorale di cui assunsero la responsabilità. Tuttavia, la fiera consapevolezza che accompagnò lo slancio apostolico dei primi missionari cristiani sostenne pure l’animo dei due santi in mezzo a innumerevoli avversità: «Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra» (At 13,47). Pronti a incamminarsi in ogni luogo e in ogni situazione con la mitezza propria dei discepoli del Signore, furono capaci di camminare «come agnelli in mezzo ai lupi» (Lc 10,3) anzitutto dentro la comunità dei credenti. La loro opera fu molto efficace perché il loro atteggiamento si conservò profondamente evangelico, disarmato e disarmante, equidistante da trionfalismi e vittimismi: «Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi» (10,6).
Nel complesso e frastornato scenario di una Europa sempre più sollecitata a gettare le premesse per un futuro che si prefigura ricco di trasformazioni, il ricordo orante dei santi Cirillo e Metodio si fa per noi oggi particolarmente vivo e attuale. Le radici cristiane del nostro continente - un tempo sopravvalutate, oggi disconosciute - possono rimanere nel terreno della storia con rinnovata vitalità nella misura in cui i discepoli del Risorto si lasciano guidare dalla fantasia e dalla passione per l’uomo che lo Spirito è capace di suscitare in ogni epoca. Dal grande respiro dell’opera apostolica dei santi Cirillo e Metodio possiamo imparare a non ritenere in alcun modo invadente o inattuale quanto «ci ha ordinato il Signore» (At 13,47) di annunciare a tutti gli uomini «destinati alla vita eterna» (13,48): «È vicino a voi il regno di Dio» (Lc 10,9). Tradurre il messaggio evangelico in nuovi linguaggi e portare l’esperienza ecclesiale in nuovi contesti è da sempre la sfida a cui sono chiamati i cristiani nel mondo, affinché l’umanità possa essere ricca di cultura, civiltà e bellezza.

 
Top
view post Posted on 17/2/2012, 11:37

Advanced Member

Group:
Servo per Amore
Posts:
5,705

Status:


CITAZIONE

Anna Maria Scotto Vocciante scrive: AUGURI ♥


 
Top
2 replies since 14/2/2011, 09:56   29 views
  Share