Gesù Luce del mondo

S. SCOLASTICA, Vergine

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view post Posted on 10/2/2011, 11:43

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Giovedì 10 Febbraio 2011
Santa Scolastica, Vergine
(memoria)



Il nome di Scolastica, sorella (forse gemella) di Benedetto da Norcia, richiama al femminile gli inizi del monachesimo occidentale, fondato sulla stabilità della vita in comune.

Benedetto invita a servire Dio non già “fuggendo dal mondo” verso la solitudine o la penitenza itinerante, ma vivendo in comunità durature e organizzate, e dividendo rigorosamente il proprio tempo fra preghiera, lavoro o studio e riposo; famoso resta il motto “Ora et Labora”.

Da giovanissima, Scolastica si è consacrata al Signore col voto di castità. Più tardi, quando già Benedetto vive a Montecassino con i suoi monaci, in un altro monastero della zona, lei fa vita comune con un gruppetto di donne consacrate.

La Chiesa ricorda Scolastica come santa, ma di lei si conoscono solo poche vicende agiografiche. L’unico testo quasi contemporaneo che ne parla è il secondo libro dei Dialoghi di Pp Gregorio I (S. Gregorio Magno - 590/604). Ma i Dialoghi sono soprattutto composizioni esortative, edificanti, che propongono esempi di santità all’imitazione dei fedeli mirando ad appassionare e a commuovere, senza ricercare il dato esatto e la sicura referenza storica. Inoltre, Gregorio I parla di lei solo in riferimento a Benedetto, solo all’ombra del fratello, padre del monachesimo occidentale.

Ecco la pagina in cui li troviamo insieme. Tra loro è stato convenuto di incontrarsi solo una volta all’anno. E Pp Gregorio I ce li mostra appunto nella Quaresima (forse) del 542, fuori dai rispettivi monasteri, in una casetta sotto Montecassino. Un colloquio che non finirebbe più, su tante cose del cielo e anche della terra.

L’Italia del tempo è una preda contesa tra i Bizantini del generale Belisario e i Goti del re Totila, devastata dagli uni e dagli altri. Roma s’è arresa ai Goti per fame dopo due anni di assedio, in Italia centrale gli affamati masticano erbe e radici.

A Montecassino passano vincitori e vinti; passa Totila (re degli Ostrogoti e re d’Italia dal 541 al 552) attratto dalla fama di Benedetto, e passano le vittime della violenza, i portatori di tutte le disperazioni, gli assetati di speranza...

Viene l’ora di separarsi. Scolastica vorrebbe prolungare il colloquio, ma Benedetto rifiuta: la Regola non s’infrange, ciascuno torni a casa sua. Allora Scolastica si raccoglie intensamente in preghiera, ed ecco scoppiare un temporale violentissimo che blocca tutti nella casetta. Così il colloquio può continuare per un po’ ancora. Infine, fratello e sorella con i loro accompagnatori e accompagnatrici si separano; e questo sarà il loro ultimo incontro.

Tre giorni dopo, leggiamo nei Dialoghi, Benedetto, avuta notizia della morte della sorella "da un segno divino" (vedendo la sua anima salire verso l’alto in forma di colomba), la seppellì nella tomba dove anch'egli fu sepolto, poco più tardi (intorno al 547): «come la mente loro sempre era stata unita in Dio, nel medesimo modo li corpi furono congiunti in uno stesso sepolcro».

Le reliquie dei SS. Scolastica e Benedetto, in gran parte, sono conservate sotto l'altare maggiore della Basilica di Montecassino.

Significato del nome Scolastica: “colei che insegna” (latino).
 
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view post Posted on 9/2/2012, 22:59

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Il martirio e la verginità.

Oggi la nostra gioia ci viene dalla dolce presenza della sorella del Patriarca dei monaci d'Occidente, santa Scolastica. La vergine claustrale ci appare a fianco della martire: entrambe spose di Gesù, entrambe coronate, perché entrambe combatterono e riportarono la palma. Una la colse in mezzo agli aspri assalti del nemico, in un momento che esigeva la vittoria sulla morte; l'altra sostenne per tutta la vita una lotta quotidiana, che si prolungò, per così dire, fino all'ultimo momento. Apollonia e Scolastica sono sorelle, unite insieme per l'eternità nel cuore del comune Sposo.



Sorella e discepola di san Benedetto.

Conveniva che la grande ed austera figura di san Benedetto ci apparisse addolcita dagli angelici tratti della sorella, che nella sua profonda sapienza, la divina Provvidenza volle accanto a lui per esserne la fedele cooperatrice. La vita dei santi presenta spesso tali contrasti, come se il Signore volesse farci intendere che, al di sopra delle regioni della carne e del sangue, esiste un legame per le anime che le unisce e le rende feconde, le tempra e le completa. Così, nella patria celeste, gli Angeli delle diverse gerarchie sono congiunti da mutuo amore, di cui il Signore è il nodo, e godono eternamente le dolcezze d'una tenera fratellanza.

La vita di Scolastica trascorse quaggiù senza lasciarci altra traccia che il suggestivo ricordo della colomba, che, levandosi verso il cielo, avverti san Benedetto che lo precedeva di alcuni giorni nella eterna felicità. È l'unico episodio che ci resta di questa Sposa di Cristo, unitamente al racconto che ci fa san Gregorio Magno, in cui riproduce il colloquio avvenuto tra fratello e sorella tre giorni prima che questa fosse chiamata alle nozze celesti [2]. Ma quali meraviglie ci rivela questa scena incomparabile! Chi non comprenderà facilmente l'anima di Scolastica dalla graziosa semplicità dei suoi desideri, dalla dolce e forte fiducia in Dio, dall'ineffabile felicità con la quale trionfa sul fratello, chiamando Dio stesso in suo aiuto?



La potenza dell'amore.

Ma dove, dunque, la fragile vergine attinse quella forza che la rese capace di resistere all'insistenza del fratello, nel quale essa riveriva il suo maestro e il suo oracolo? chi l'avvertì che la sua preghiera non era temeraria, e che poteva esservi in quel momento qualcosa di meglio della severa fedeltà alla Regola che Benedetto aveva scritta e doveva osservare con l'esempio? Ci risponde san Gregorio: "Non meravigliamoci, egli osserva, che una sorella che da tanto tempo ardeva dal desiderio di vedere il fratello, abbia avuto in quel momento più potere di lui sul cuore di Dio; poiché, secondo la parola di san Giovanni, Dio è amore, ed era giusto che colei che amava di più si mostrasse più potente di quegli che amava di meno".



La carità fraterna.

Santa Scolastica, perciò, sarà in questi giorni l'apostola della carità fraterna. Ella ci spingerà all'amore dei nostri simili, che Dio vuole risvegliare in noi, mentre noi c'industriamo a ritornare a lui. La solennità pasquale ci chiamerà a uno stesso banchetto, dove ci nutriremo della medesima vittima della carità. Prepariamo subito la veste nuziale, perché colui che ci invita vuole vederci tutti uniti nella sua casa (Sal 67).



Semplicità della colomba.

Come fu rapido il tuo volo, quando, staccandoti da questa terra d'esilio, ti slanciasti verso Dio. L'occhio del fratello ti seguì per un istante; poi ti perdette di vista; ma l'intera corte celeste trasalì di gioia nel vederti entrare. Ora tu sei alla sorgente di quell'amore che sovrabbondava nel tuo cuore: dissetati eternamente a questa fonte di vita, e che il tuo soave candore sia sempre più puro e rifulgente, in compagnia delle altre vergini che formano la corte dell'Agnello.

Ricordati, però, di quella terra che fu per te, come è per noi, il luogo della prova dove meritasti tanto onore. Timida davanti agli uomini, semplice e innocente, tu ignoravi a che punto "feristi il cuore dello Sposo". Trattavi con lui con l'umiltà e la confidenza di un'anima mai turbata da rimorso alcuno, ed egli s'arrendeva ai tuoi desideri con amabile condiscendenza. Benedetto, carico d'anni e di meriti, assuefatto a vedere la natura obbediente ai suoi comandi, fu vinto da te, in una lotta in cui la semplicità aveva visto più lontano della profonda saggezza.



Grandezza dell'amore.

Chi dunque ti aveva svelato, o Scolastica, il senso sublime che in quel giorno ti fece apparire più saggia di quel grande uomo scelto da Dio ad essere la regola vivente dei perfetti? Fu quegli stesso che elesse Benedetto come una delle colonne della Religione. E lo fece per mostrarci che la pura carità vale molto di più ai suoi occhi della più rigorosa fedeltà alle leggi. Queste non sono fatte che per essere di aiuto a guidare gli uomini al fine cui il tuo cuore già mirò. Benedetto, l'amico di Dio, comprese, e ben presto, riprendendo la celeste conversazione, le vostre anime si fusero nella dolcezza di quell'amore increato, che s'era rivelato a voi con tanta meraviglia e tanta gloria di sé. Ma tu eri ormai matura per il cielo; il tuo amore non aveva più nulla di terreno: ti attirava in alto. Ancora poche ore, e la voce del Signore ti farà sentire le parole della Cantica, che lo Spirito Santo sembra aver dettate per te: "Alzati, affrettati, o mia diletta, o mia colomba, o mia bella, e vieni; mostrami il tuo viso, risuoni la tua voce nelle mie orecchie, che la tua voce è soave e leggiadro il tuo viso" (Ct 2,10,14).



Preghiera per tutti...

Nel lasciare questa terra non dimenticarci! Le anime nostre sono destinate a seguirti, sebbene sian prive del medesimo incanto agli occhi del Signore. Meno fortunate della tua, esse dovranno purificarsi per lungo tempo prima d'essere ammesse nel soggiorno ove contempleranno la tua beatitudine. La tua preghiera obbligò le nubi del cielo a piovere sulla terra: ch'essa ci ottenga le lacrime della penitenza. Le tue delizie consistevano nella conversazione intorno alle cose eterne: rimuovi le nostri futili e nocive: facci gustare quelle nelle quali le anime nostre aspirano ad unirsi a Dio. Tu trovasti il segreto di quella fraterna carità, il cui sentimento è un profumo di virtù che allieta il cuore di Dio: apri i nostri cuori all'amore verso i fratelli; elimina la loro freddezza e indifferenza, onde possiamo scambievolmente amarci come Dio vuole che ci amiamo.



... per l'ordine monastico.

Ricordati dell'albero sotto i cui rami si rifugiò la tua vita. Il chiostro benedettino t'invoca non solo come la sorella, ma anche come la figlia del suo augusto Patriarca. Dall'alto dei cieli contempla i resti dell'albero, un tempo sì vigoroso e fecondo, all'ombra dei quale le nazioni dell'Occidente si riposarono per lunghi secoli. In ogni parte la scure distruggitrice dell'empietà si divertì a colpire: rami e le radici. Ovunque sono rovine, che coprono il suolo dell'Europa intera. Ciò nonostante, sappiamo ch'esso dovrà rivivere e che germoglierà di nuovi rami, perché il Signore ha voluto legare la sorte di questo antico albero agli stessi destini della Chiesa. Prega, affinché riviva in esso la prima linfa, proteggi con materne cure le tenere gemme che produce; difendile dalle tempeste, benedicile e rendile degne della fiducia che in esse ripone la Chiesa.

 
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