Gesù Luce del mondo

San Raimondo de Penafort Sacerdote

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 6/1/2011, 17:36

Advanced Member

Group:
Servo per Amore
Posts:
5,705

Status:


image



7 gennaio - Memoria Facoltativa

Peñafort (Catalogna), 1175 - Barcellona, 6 gennaio 1275


Figlio di signori catalani, nasce a Peñafort nel 1175. Comincia gli studi a Barcellona e li termina a Bologna. Qui conosce il genovese Sinibaldo Fieschi, poi papa Innocenzo IV. Di ritorno a Barcellona, Raimondo è nominato canonico della cattedrale. Ma nel 1222 si apre in città un convento dell'Ordine dei Predicatori, fondato pochi anni prima da san Domenico. E lui lascia il canonicato per farsi domenicano. Nel 1223 aiuta il futuro santo Pietro Nolasco a fondare l'Ordine dei Mercedari per il riscatto degli schiavi. Qualche anno dopo a Roma Gregorio IX gli affida il compito di raccogliere e ordinare tutte le decretali (gli atti emanati dai pontefici in materia dogmatica e disciplinare, rispondendo a quesiti o intervenendo su situazioni specifiche). Raimondo riesce a dare un ordine e una completezza mai raggiunti prima. Nel 1234, il Papa gli offre l'arcivescovado di Tarragona. Ma lui rifiuta. Nel 1238 i suoi confratelli lo vogliono generale dell'Ordine. Ma l'attività intensa che lo vede in tutta Europa lo sfianca. A 70 anni torna infine a una vita di preghiera, studio, formazione dei nuovi predicatori nell'Ordine. Frate Raimondo muore a Barcellona nel 1275. (Avvenire)

Etimologia: Raimondo = intelligenza protettrice, dal tedesco

Martirologio Romano: San Raimondo di Penyafort, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori: insigne conoscitore del diritto canonico, scrisse rettamente e fruttuosamente sul sacramento della penitenza e, eletto maestro generale, preparò una nuova redazione delle Costituzioni dell’Ordine; in avanzata vecchiaia a Barcellona in Spagna si addormentò piamente nel Signore.
(6 gennaio: A Barcellona nella Catalogna in Spagna, san Raimondo di Penyafort, la cui memoria si celebra domani).

E’ il terzo generale dei Domenicani, dopo Domenico di Guzman e Giordano di Sassonia. Ma le cariche – quando le accetta – addosso a lui durano sempre poco, e quasi sembrano interruzioni forzate e temporanee di un modello di vita al quale tornerà sempre, nella sua lunga esistenza: preghiera, studio e nient’altro.
Figlio di signori catalani, ha cominciato gli studi a Barcellona e li ha terminati a Bologna, dov’è stato anche insegnante. Qui ha conosciuto il patrizio genovese Sinibaldo Fieschi, poi papa Innocenzo IV e aspro nemico dell’imperatore Federico II; e il capuano Pier delle Vigne, che di Federico sarà l’uomo di fiducia e poi la vittima (innocente, secondo Dante). Torna a Barcellona, dov’è nominato canonico della cattedrale. Ma nel 1222 si apre in città un convento dell’Ordine dei Predicatori, fondato pochi anni prima da san Domenico. E lui lascia il canonicato per farsi domenicano.
Nel 1223 aiuta il futuro santo Pietro Nolasco, originario della Linguadoca in Francia, a fondare l’Ordine dei Mercedari per il riscatto degli schiavi, e qualche anno dopo accompagna il cardinale Giovanni d’Abbeville a Roma. Qui Gregorio IX nota la profondità della sua dottrina giuridica e gli affida un gravoso compito: raccogliere e ordinare tutte le decretali, ossia gli atti emanati via via dai pontefici in materia dogmatica e disciplinare, rispondendo a quesiti o intervenendo su situazioni specifiche: una massa enorme di testi più e meno importanti, un coacervo plurisecolare di decisioni, da perderci la testa. Raimondo riesce a dare un ordine e una completezza mai raggiunti prima, e quindi una pronta utilità.
A lavoro finito, nel 1234, il Papa gli offre in ricompensa l’arcivescovado di Tarragona. Ma lui non accetta: è frate domenicano e frate rimane. Nel 1238, però, sono appunto i suoi confratelli a volerlo generale dell’Ordine, e deve dire di sì. Dice di sì a un periodo faticosissimo di viaggi, sempre a piedi, attraverso l’Europa, da un convento all’altro, da un problema all’altro. Un’attività che lo sfianca, costringendolo infine a lasciare l’incarico.
Torna, ormai settantenne, alla sua vera vita: preghiera, studio, formazione dei nuovi predicatori nell’Ordine, che si va espandendo in Europa. Un Ordine per sua natura missionario e che perciò, pensa Raimondo, si deve dotare di tutti gli strumenti culturali indispensabili per avvicinare, interessare, convincere. Occorrono testi idonei alla discussione con persone colte di altre fedi; e lui lavora per parte sua a prepararli, spingendo inoltre il confratello Tommaso d’Aquino a scrivere per questo scopo la famosa Summa contra Gentiles. Inoltre, bisogna conoscere da vicino la cultura di coloro ai quali si vuole annunciare Cristo e Raimondo istituisce una scuola di ebraico a Murcia, in Spagna, e una di arabo a Tunisi. Sembra che tante fatiche e iniziative gli allunghino la vita. Frate Raimondo muore infatti a Barcellona ormai centenario. Sarà canonizzato nel 1601 da Clemente VIII.

Autore: Domenico Agasso

 
Top
rosabianca25
view post Posted on 7/1/2011, 19:04




Mi ha fatto piacere conoscere la sua storia, il mio onomastico è legato a questo Santo!
 
Top
view post Posted on 7/1/2012, 10:01

Advanced Member

Group:
Servo per Amore
Posts:
5,705

Status:


DAGLI SCRITTI...
Dalle «Lettere» di san Raimondo di Penafort, sacerdote
Se il predicatore della verità, senza mentire, ha detto veramente che tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo soffrono persecuzione, nessuno, io penso, viene escluso da questa regola generale se non colui che trascura o non sa vivere «con sobrietà, con giustizia e pietà in questo mondo» (Tt 2, 12).
Ma sia lungi da voi l’appartenere al numero di coloro che hanno case quiete, tranquille e sicure, mentre la verga del Signore non è su di loro: trascorrono la vita nella prosperità e in un attimo scenderanno all’inferno.
Al contrario, la vostra purezza e pietà meritano ed esigono - perché siete accetti e graditi a Dio - di essere affinate con colpi ripetuti fino alla sincerità più completa. Se la spada talvolta si raddoppia e si triplica su di voi, bisogna stimare anche tutto questo come gioia e segno di amore.
La spada a doppio taglio è formata dalle battaglie all’esterno e dai timori all’interno; questi ultimi sono raddoppiati o triplicati quando lo spirito astuto rende inquiete le fibre più intime del cuore con l’inganno e con le seduzioni. Questi tipi di combattimento finora li avete conosciuti abbastanza, altrimenti sarebbe stato impossibile raggiungere una così ammirevole pace e tranquillità interiore.
Si raddoppia e si triplica esteriormente la spada quando, senza motivo, nasce una persecuzione da parte di uomini di Chiesa nell’ambito spirituale, dove le ferite più gravi sono quelle che vengono dagli amici.
E’ questa la croce di Cristo beata e desiderabile, che il forte Andrea accolse con animo gioioso, nella quale solamente il Vaso di elezione dice che dobbiamo gloriarci.
Guardate pertanto all’autore e conservatore della fede, a Gesù che patì nella più grande innocenza e anche da parte dei suoi e fu computato fra i malfattori; e, bevendo il calice così glorioso del Signore Gesù, rendete grazie a Dio che ci dona ogni bene.
Il Dio stesso dell’amore e della pace doni la pace ai vostri cuori e affretti il vostro cammino, per nascondervi lontano dagli intrighi degli uomini al riparo del suo volto, fino a quando non vi avrà introdotti e trapiantati in quella pienezza, dove risiederete per sempre nella bellezza della pace, nelle tende della fiducia, nel riposo dell’abbondanza.

 
Top
2 replies since 6/1/2011, 17:36   39 views
  Share