Gesù Luce del mondo

Padre Leopoldo Mandic da Castelnuovo

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view post Posted on 6/12/2010, 09:56

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Leopoldo era figlio di Pietro Mandic e di Carlotta Zarevic. La famiglia Mandic era originaria di Castelnuovo in Montenegro. Alla nascita gli venne imposto il nome di Bogdan (Adeodato) Ivan (Giovanni). Entrò in seminario a Udine presso i Minori Cappuccini a diciotto anni, nel 1884, era a Bassano del Grappa, dove vestì l’abito religioso, prendendo il nome di Leopoldo. Proseguì gli studi di filosofia e teologia prima a Padova e poi a Venezia, in questa ultima città, nella Basilica della Salute, venne ordinato sacerdote il 20 settembre 1890. Suo grande desiderio era quello di favorire l’unione dei cristiani ortodossi con la Chiesa Cattolica. Il suo esile fisico e un difetto di pronuncia lo sfavorivano come predicatore. Fu come confessore che offrì la sua opera al servizio dei credenti, da prima a Venezia poi a Zara, Bassano del Grappa e Thiene, presso il santuario della Madonna dell’Olmo. Dall’ottobre del 1909, fu attivo a Padova dove vi rimase fino al 1923, quando venne trasferito a Fiume, ma in quella città rimase poco tempo per l’insistenza dei padovani di riaverlo nella loro città . Tornato a Padova, continuò ininterrottamente a essere al servizio dei fedeli come confessore. Molte furono le malattie che lo colpirono, ma non smise mai di essere a disposizione della cure delle anime. Questo in assoluto ossequio del voto di ubbidienza che diciottenne aveva pronunciato. Spesso confidandosi con amici diceva di sentirsi un uccello in gabbia e che il suo pensiero era sempre rivolto al di là del mare, dove avrebbe voluto svolgere il suo apostolato presso i cristiani separati d’oriente. Moriva nella stessa Padova il 30 luglio del 1942.
Ventiquattro anni dopo la sua morte, la salma di padre Leopoldo venne riesumata e risultò completamente intatta. Papa Paolo VI ne ha celebrato la beatificazione nel 1976; Papa Giovanni Paolo II lo ha canonizzato nel 1983. La festa liturgica è il 12 maggio.


Scrisse alla luce dell'apparso (padre Leopoldo Mandic da Castelnuovo)
La signorina Teresa Pezzo di Valdiporro (Verona) veniva sottoposta a difficile intervento chirurgico per malattia di fegato. L'operazione durò oltre tre ore (22 ottobre 1946). Dopo parecchi giorni passati tra la vita e la morte, l'inferma parve riprendersi e andò ospite presso lo zio arciprete a Bovolone. Il 4 dicembre dovette rimettersi a letto per dolori fortissimi. Febbre oltre i 40. Vomito quasi continuo da non riuscire a ritenere nemmeno un po' d'acqua. Si aggiunse un gonfiore duro e voluminoso al di sopra del taglio dell'operazione. Dolori continui e acutissimi si estendevano alla gamba e al braccio destro. Divenne così debole che non poteva quasi più parlare.Il giorno 8 dicembre, domenica, Teresa cominciò una novena a padre Leopoldo da Castelnuovo (morto nel 1942) e pose una reliquia di lui sulla parte malata. Martedì notte si addormentò alle 11.30. Suonava la mezzanotte quando all'improvviso le apparve padre Leopoldo. Era identico - attestò - alla sua immagine, ma senza stola e molto più bello. La camera, sebbene la luce fosse spenta, era illuminata a giorno. Il padre avanzò fin vicino al letto dell'inferma. Seguì un colloquio.Teresa depose: «[Padre Leopoldo] mi disse con molta bontà di non aver paura, che sarei guarita. Mi disse anzi di alzarmi al mattino per andare alla Messa e ricevere la comunione. Mi toccò con la mano alla parte malata e scomparve. Nella commozione più grande posi istintivamente la mano dove avevo un gonfiore dolente e non sentii più nulla, né gonfiore né dolore».L'apparso le aveva promesso: «Tornerò lunedì a mezzanotte perché ho molte cose da dirti. Intanto ti do la benedizione». La benedisse e scomparve dicendo: «Sia lodato Gesù Cristo».Teresa credeva di aver sognato; ma si sentì bene. Non più dolori al fegato, scomparso il gonfiore e i dolori alla gamba e al braccio, cessata la febbre. La zia, che dormiva nella stessa camera, aveva sentito tutte le parole di Teresa, ma non quelle di padre Leopoldo e non aveva visto nulla.La mattina, Teresa si alzò, scese in fretta le scale, mentre il giorno prima non poteva reggersi in piedi, andò in chiesa alla Messa delle otto, fece la comunione, rimase a lungo in preghiera. Tornata in canonica, mangiò con appetito senza sentire alcun disturbo. Era perfettamente guarita.Grande impressione in paese. A tutti era nota la dolorosa condizione della signorina Pezzo, e vivissima fu l'attesa della nuova apparizione promessa. Molte persone incaricarono la giovane a presentare a padre Leopoldo varie domande.Alla mezzanotte tra il 16 e il 17 dicembre padre Leopoldo comparve circonfuso di luce così da illuminare la stanza a giorno. Teresa rivelò: «Mi disse parole buone e incoraggianti.Mi ricordò che a 19 anni avevo incominciato una via e poi l'avevo abbandonata.- La devi riprendere, - mi disse - e avrai la felicità in eterno.Le parole di padre Leopoldo io le ho capite come un richiamo e un comando, poiché a 19 anni effettivamente avevo sentito inclinazione allo stato religioso, ma poi, sia per la salute cagionevole, sia per poca buona volontà, avevo lasciato ogni pensiero...».Le raccomandò in modo particolare di pregare. Poi rispose alle domande che Teresa si era incaricata di rivolgergli. La giovane scrisse le risposte man mano che padre Leopoldo parlava, e le scrisse alla luce dell'apparizione, perché la luce elettrica era spenta.La zia che dormiva nella stessa camera e un sacerdote fuori della porta udirono le parole di Teresa ma non videro nulla e non sentirono le parole dell'apparso. Appena questi scomparve, la signorina accese la luce esclamando: «Che bellezza!». Teneva in mano il foglio che aveva scritto sotto dettatura. Da tutte le risposte si rileva una cosa molto importante: padre Leopoldo si lamenta, quasi con tutti, che pregano poco e male e insiste che tutti preghino di più se vogliono che Dio li benedica.La miracolata concluse la sua deposizione davanti al tribunale ecclesiastico in questo modo: «Dall'8 gennaio 1948 mi trovo presso le Pie Madri della Nigrizia... Iniziai il noviziato e fui felicissima».Il parroco confermò. Il medico lasciò la dichiarazione che scientificamente la guarigione era inspiegabile.P. Pietro Bernardi da Valdiporro, Il Servo di Dio P. Leopoldo da Castelnuovo, Padova 1950, pp. 396ss. Lo stesso episodio, con alcuni particolari in più, venne riportato anche nel volume dello stesso Bernardi, Il Beato Leopoldo Mandic, Padova 1978. Il Beato fu dichiarato Santo nel 1983.
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Scrisse alla luce dell'apparso (padre Leopoldo Mandic da Castelnuovo)
La signorina Teresa Pezzo di Valdiporro (Verona) veniva sottoposta a difficile intervento chirurgico per malattia di fegato. L'operazione durò oltre tre ore (22 ottobre 1946). Dopo parecchi giorni passati tra la vita e la morte, l'inferma parve riprendersi e andò ospite presso lo zio arciprete a Bovolone. Il 4 dicembre dovette rimettersi a letto per dolori fortissimi. Febbre oltre i 40. Vomito quasi continuo da non riuscire a ritenere nemmeno un po' d'acqua. Si aggiunse un gonfiore duro e voluminoso al di sopra del taglio dell'operazione. Dolori continui e acutissimi si estendevano alla gamba e al braccio destro. Divenne così debole che non poteva quasi più parlare.Il giorno 8 dicembre, domenica, Teresa cominciò una novena a padre Leopoldo da Castelnuovo (morto nel 1942) e pose una reliquia di lui sulla parte malata. Martedì notte si addormentò alle 11.30. Suonava la mezzanotte quando all'improvviso le apparve padre Leopoldo. Era identico - attestò - alla sua immagine, ma senza stola e molto più bello. La camera, sebbene la luce fosse spenta, era illuminata a giorno. Il padre avanzò fin vicino al letto dell'inferma. Seguì un colloquio.Teresa depose: «[Padre Leopoldo] mi disse con molta bontà di non aver paura, che sarei guarita. Mi disse anzi di alzarmi al mattino per andare alla Messa e ricevere la comunione. Mi toccò con la mano alla parte malata e scomparve. Nella commozione più grande posi istintivamente la mano dove avevo un gonfiore dolente e non sentii più nulla, né gonfiore né dolore».L'apparso le aveva promesso: «Tornerò lunedì a mezzanotte perché ho molte cose da dirti. Intanto ti do la benedizione». La benedisse e scomparve dicendo: «Sia lodato Gesù Cristo».Teresa credeva di aver sognato; ma si sentì bene. Non più dolori al fegato, scomparso il gonfiore e i dolori alla gamba e al braccio, cessata la febbre. La zia, che dormiva nella stessa camera, aveva sentito tutte le parole di Teresa, ma non quelle di padre Leopoldo e non aveva visto nulla.La mattina, Teresa si alzò, scese in fretta le scale, mentre il giorno prima non poteva reggersi in piedi, andò in chiesa alla Messa delle otto, fece la comunione, rimase a lungo in preghiera. Tornata in canonica, mangiò con appetito senza sentire alcun disturbo. Era perfettamente guarita.Grande impressione in paese. A tutti era nota la dolorosa condizione della signorina Pezzo, e vivissima fu l'attesa della nuova apparizione promessa. Molte persone incaricarono la giovane a presentare a padre Leopoldo varie domande.Alla mezzanotte tra il 16 e il 17 dicembre padre Leopoldo comparve circonfuso di luce così da illuminare la stanza a giorno. Teresa rivelò: «Mi disse parole buone e incoraggianti.Mi ricordò che a 19 anni avevo incominciato una via e poi l'avevo abbandonata.- La devi riprendere, - mi disse - e avrai la felicità in eterno.Le parole di padre Leopoldo io le ho capite come un richiamo e un comando, poiché a 19 anni effettivamente avevo sentito inclinazione allo stato religioso, ma poi, sia per la salute cagionevole, sia per poca buona volontà, avevo lasciato ogni pensiero...».Le raccomandò in modo particolare di pregare. Poi rispose alle domande che Teresa si era incaricata di rivolgergli. La giovane scrisse le risposte man mano che padre Leopoldo parlava, e le scrisse alla luce dell'apparizione, perché la luce elettrica era spenta.La zia che dormiva nella stessa camera e un sacerdote fuori della porta udirono le parole di Teresa ma non videro nulla e non sentirono le parole dell'apparso. Appena questi scomparve, la signorina accese la luce esclamando: «Che bellezza!». Teneva in mano il foglio che aveva scritto sotto dettatura. Da tutte le risposte si rileva una cosa molto importante: padre Leopoldo si lamenta, quasi con tutti, che pregano poco e male e insiste che tutti preghino di più se vogliono che Dio li benedica.La miracolata concluse la sua deposizione davanti al tribunale ecclesiastico in questo modo: «Dall'8 gennaio 1948 mi trovo presso le Pie Madri della Nigrizia... Iniziai il noviziato e fui felicissima».Il parroco confermò. Il medico lasciò la dichiarazione che scientificamente la guarigione era inspiegabile.P. Pietro Bernardi da Valdiporro, Il Servo di Dio P. Leopoldo da Castelnuovo, Padova 1950, pp. 396ss. Lo stesso episodio, con alcuni particolari in più, venne riportato anche nel volume dello stesso Bernardi, Il Beato Leopoldo Mandic, Padova 1978. Il Beato fu dichiarato Santo nel 1983...Aggiunta il 02 dicembre
 
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