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Sant' Orsola e compagne Martiri

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view post Posted on 21/10/2010, 11:27

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21 ottobre



Vissero probabilmente nel IV secolo e non nel V come vuole la leggenda. Una Passio del X secolo, infatti, narra di una giovane bellissima, Orsola, figlia di un re bretone, che accettò di sposare il figlio di un re pagano con la promessa che si sarebbe convertito alla fede cristiana. Partì con 11.000 vergini per raggiungere lo sposo, ma l'incontro con gli Unni di Attila provocò il loro martirio. Orsola fu trafitta da una freccia perché non aveva voluto sposare lo stesso Attila. Questa leggenda, comunque, a una base storica, come ha dimostrato il ritrovamento di una iscrizione presso una chiesa di Colonia. L'iscrizione parla del martirio di Orsola e di altre dieci vergini (divenute 11.000 per un piccolo segno sul numero romano XI), martirio avvenuto probabilmente sotto Diocleziano.

Patronato: Ragazze, Scolare


Etimologia: Orsola = piccola orsa, forte


Emblema: Donna sotto un mantello, Palma


Martirologio Romano: Presso Colonia in Germania, commemorazione delle sante vergini, che terminarono la loro vita con il martirio per Cristo nel luogo in cui fu poi costruita la basilica della città dedicata in onore della piccola Orsola, vergine innocente, ritenuta di tutte la capofila.

Quale, tra le Sante dei primi mille anni di storia cristiana, è stata, nel Medioevo, più celebre e più amata della Santa di oggi, Orsola Martire, accompagnata da uno stuolo di undicimila fanciulle, tutte vergini e tutte Martiri? Nessuna, possiamo dire, perché la leggenda di Sant'Orsola è stata per secoli amata e ripetuta, ed ha ispirato numerose composizioni letterarie e opere d'arte, fra le quali, celeberrime quella dei Memling a Colonia e del Carpaccio a Venezia.
Secondo tale fiaba, c'era una volta una principessa d'Inghilterra, cristiana e figlia di un Re cristiano. Fanciulla di eccezionale bellezza, venne chiesta in sposa da un Principe pagano. Orsola, che si era consacrata segretamente a Dio, non disse di no, ma chiese tre anni di tempo, per meglio conoscere la volontà del Signore. Chiese anche la conversione del futuro sposo, e mille compagne per sé e per ciascuna delle dieci ancelle del suo seguito.
Si formò così una schiera di undicimila fanciulle che, guidate da Orsola, attraversò il mare tra l'Inghilterra e il continente su una flotta di undici navi. Poi risalì il corso del Reno fino alla Svizzera, dove proseguì fino a Roma, in devoto e variopinto pellegrinaggio.
Nel viaggio di ritorno, sempre per la stessa via, le undicimila fanciulle trovarono la città di Colonia assediata dagli Unni. La furia dei barbari si sfogò su quelle donne cristiane, che furono tutte martirizzate in un solo giorno. Tutte meno una, e cioè Orsola.
Della sua bellezza si invaghì infatti il famigerato capo degli Unni, Attila, il quale la chiese anch'egli in sposa, promettendole salva la vita. Orsola rifiutò, e morì anch'essa, trafitta da innumerevoli frecce.
Questa, in breve, è la leggenda di Sant'Orsola e delle sue compagne; una leggenda, come abbiamo detto, di incredibile successo nel Medioevo, benché oggi la critica l'abbia facilmente ridotta a nulla, o a quasi nulla.
Diciamo " quasi " perché qualcosa c'è, e ci aiuta a comprendere l'origine di questo pittoresco romanzo agiografico.
A Colonia si ritrovarono, nell'VIII secolo, le reliquie di giovani donne, presso una chiesa dedicata ad alcune Vergini fino allora sconosciute.
E fu trovato, tra altri nomi femminili, anche quello di Orsola, una bambina di undici anni, cioè, latinamente, undecimilia. Quell'indicazione di età, a quanto sembra, venne letta come undecimilia, cioè undicimila. Da qui, la storia delle undicimila compagne, e della Principessa d'Inghilterra, che le avrebbe condotte al suo seguito.
Così, per imprevedibili vie, la leggenda più fantasiosa, la favola più commovente venne a formarsi intorno al nome di una sconosciuta bambina di Colonia, riempiendo dei suoi colori il mondo della devozione e anche dell'arte, finché la critica del nostro tempo ha fatto scoppiare questo vivacissimo palloncino, non lasciandone nulla, fuor del rimpianto.

Fonte:
Archivio Parrocchia

 
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Yoghina
view post Posted on 21/10/2011, 10:47




Sant’Orsola e le sue compagne costituiscono uno degli innumerevoli gruppi di sante e della nostra Chiesa ch’esse hanno servita ed illustrata con la loro verginità e il loro martirio. La liturgia, esaltando il loro nome, ci fa risalire fino ai principi che dominano l’esistenza umana, l’attaccamento a Dio ed alla sua Legge. Essa ci scopre le vie diritte in cui si compiacevano l’innocenza, l’obbedienza e la fedeltà dei veri servi e serve del Signore. È questa la parola dell’Introito di questa festa : la santità è un dovere per tutte le anime, è lo scopo della vita umana. È anche la missione della Chiesa di fare dei santi : è questo il suo ruolo ed il suo destino secondo il pensiero del suo Fondatore, Gesù Cristo. Nulla di più sconcertante per il cristiano dalla fede viva di osservare questi atteggiamenti esitanti, reticenti di scritti o di parole, suscettibili di alterare la purezza della dottrina e di ridurre nelle anime la qualità, l’intensità della fede.

Se fosse fatto da avversari, non ci sarebbe nulla di stupefacente, essi sarebbero nel loro ruolo. Purtroppo…. Non accade molto diversamente quando dei credenti si comportano allo stesso modo. Non giudichiamo le loro intenzioni. Il fatto è evidente, denunciato dal magistero della Chiesa di oggi così come a suo tempo da San Paolo e dalle posizioni dottrinali della Chiesa in tutti i tempi.

Facciamo semplicemente notare a questi fratelli confusi e apparentemente incoscienti, la grande insistenza del Nostro Salvatore sulla virtù di fede. Essa condiziona tutto nel Vangelo e le serve da fondamento alla carità stessa. L’affievolire, attenuandolo nelle anime, non è lavoro apostolico.

Quanto a noi, lasciamoci cogliere dalla Liturgia della Chiesa. La parola di Dio è sacra per essa. In questo tesoro spirituale essa scava incessantemente offrendolo come un pane quotidiano alla buona volontà delle anime, allo sforzo nella lotta contro il mondo. Da essa noi ci eleviamo fino alle grandi linee dell’orizzonte dei divini voleri e dell’umana santità.

Noi cristiani non sapremmo essere a rimorchio di nessun sistema ideologico, di nessun metodo al di fuori di Cristo e della Chiesa.

Il nostro pensiero di convertire il prossimo può ispirarci degli adattamenti nella presentazione della dottrina, deve soprattutto farci prendere degli atteggiamenti di vera carità di fronte alle persone. Ma occorre restare se stessi nella dottrina.

Il deposito rivelato non si piega ai capricci, agli errori, alle deformazioni degli uomini. La nostra fedeltà si oppone, così come la verità della Parola divina stessa, alle posizioni imprecise ed avventurose : la fede non si tratta coi soli procedimenti umani. È il dono di Dio. Rispettiamolo in noi e negli altri e, alla luce della liturgia di sant’Orsola e compagne martiri, rinnoviamolo nella sua vivificante influenza circa le feste dei nostri santi.

“Beati immaculati in via qui ambulant in lege Domini” (Sal. 118, 1).

di Don Marcello Stanzione

 
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1 replies since 21/10/2010, 11:27   50 views
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