Gesù Luce del mondo

Maria Santissima Madre di Dio

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view post Posted on 1/1/2011, 15:45

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1 gennaio



Maria figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù e, abbracciando con tutto l’animo e senza peso alcuno di peccato la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all’opera del figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui (LG, 56). Nel Concilio di Efeso (anno 431), dove venne affermata la natura umana e divina dell’unica persona del Verbo in Gesù Cristo, venne affermata anche la maternità divina di Maria.

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico

Martirologio Romano: Nell’ottava del Natale del Signore e nel giorno della sua Circoncisione, solennità della santa Madre di Dio, Maria: i Padri del Concilio di Efeso l’acclamarono Theotókos, perché da lei il Verbo prese la carne e il Figlio di Dio abitò in mezzo agli uomini, principe della pace, a cui fu dato il Nome che è al di sopra di ogni nome.

La solennità di Maria SS. Madre di Dio è la prima festa mariana comparsa nella Chiesa occidentale. Originariamente la festa rimpiazzava l'uso pagano delle "strenae" (strenne), i cui riti contrastavano con la santità delle celebrazioni cristiane. Il "Natale Sanctae Mariae" cominciò ad essere celebrato a Roma intorno al VI secolo, probabilmente in concomitanza con la dedicazione di una delle prime chiese mariane di Roma: S. Maria Antiqua al Foro romano, a sud del tempio dei Castori.
La liturgia veniva ricollegata a quella del Natale e il primo gennaio fu chiamato "in octava Domini": in ricordo del rito compiuto otto giorni dopo la nascita di Gesù, veniva proclamato il vangelo della circoncisione, che dava nome anch'essa alla festa che inaugurava l'anno nuovo. La recente riforma del calendario ha riportato al 10 gennaio la festa della maternità divina, che dal 1931 veniva celebrata l'11 ottobre, a ricordo del concilio di Efeso (431), che aveva sancìto solennemente una verità tanto cara al popolo cristiano: Maria è vera Madre di Cristo, che è vero Figlio di Dio.
Nestorio aveva osato dichiarare: "Dio ha dunque una madre? Allora non condanniamo la mitologia greca, che attribuisce una madre agli dèi "; S. Cirillo di Alessandria però aveva replicato: "Si dirà: la Vergine è madre della divinità? Al che noi rispondiamo: il Verbo vivente, sussistente, è stato generato dalla sostanza medesima di Dio Padre, esiste da tutta l'eternità... Ma nel tempo egli si è fatto carne, perciò si può dire che è nato da donna". Gesù, Figlio di Dio, è nato da Maria.
E’ da questa eccelsa ed esclusiva prerogativa che derivano alla Vergine tutti i titoli di onore che le attribuiamo, anche se possiamo fare tra la santità personale di Maria e la sua maternità divina una distinzione suggerita da Cristo stesso: "Una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!"" (Lc 11,27s).
In realtà, "Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù e, abbracciando con tutto l'animo e senza peso alcuno di peccato la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio onnipotente" (Lumen Gentium, 56).

Autore: Piero Bargellini







Il primo gennaio non è solo l’inizio di un nuovo anno, in questo giorno, infatti, la Chiesa celebra una importante ricorrenza venerando Maria con il titolo di Madre di Dio.
E’ il primo ed il più antico dogma mariano, formulato nel concilio di Efeso svoltosi nel 431.
Il concilio era stato convocato per affermare l’unità di persona nel Cristo, perché la controversia che voleva risolvere non era propriamente mariologica ma cristologica. Nestorio si rifiutava di chiamare Maria madre di Dio, considerandola solo come madre dell’uomo Gesù e contestando una vera identità tra quest’uomo e il Figlio di Dio.
Il concilio ribadendo questa identità, afferma di conseguenza che Maria essendo madre del Cristo che è Figlio di Dio e che è Dio, deve essere riconosciuta come madre di Dio.
La definizione conciliare non è particolarmente felice, e non è superfluo specificare che la maternità di Maria designa unicamente la persona del Figlio.
Il concilio avrebbe potuto utilizzare l’espressione greca christotokos, ovvero madre del Cristo, ma già da un secolo nella devozione a Maria era in uso l’appellativo theotokos giunto fino a noi nella traduzione di Madre di Dio.
Tra i detrattori della dottrina cattolica e anche presso molti credenti, si è diffusa una sorta di insofferenza verso le posizioni dogmatiche della nostra Chiesa, quasi a considerarle come un tratto unico e distintivo del cattolicesimo romano, trascurando di citare l’esistenza di pronunciamenti dogmatici all’interno della chiesa Ortodossa come anche nella chiesa Riformata. Proprio con gli ortodossi condividiamo questo dogma della maternità divina a loro così caro da dedicare ben cinque solennità nel loro calendario liturgico.
Questo dogma, come gli altri dogmi mariani, dimostra come essi siano il frutto di devozioni lungamente praticate dai fedeli che nel corso dei secoli hanno percepito, anticipato e conosciuto con il cuore quello che poi la ragione ha spiegato con l’ausilio della teologia, la quale per caratterizzazione parte sempre dalla rivelazione contenuta nella Sacra Scrittura.
La maternità divina di Maria mette in evidenza i due aspetti dell’Incarnazione. Da una parte il Figlio di Dio si abbassa fino a diventare il figlio di una donna, per assumere per sempre la natura umana. Dall’altra parte, l’umanità si eleva fino a Dio, perché una donna è divenuta madre di una persona divina.
Questo può essere meglio compreso nella preghiera, anche nelle forme della meditazione e della contemplazione per riscoprire alcune peculiarità del cristiano, come quella di riconoscersi creatura, cercata ed amata da Dio oppure ringraziando per il dono della vita divina partecipata.
Parlare di Maria significa parlare della Chiesa. Tutti gli attributi mariani, dogmatici e non , possono essere applicati alla Chiesa e non è un caso che il concilio Vaticano II , proprio nella costituzione dogmatica sulla Chiesa , la Lumen Gentium, dedichi l’ottavo capitolo alla Beata Vergine.
La chiesa si riconosce in Maria come a colei che intercede, sana e consola, come a colei che dispensa grazie, rigenera e protegge, come a colei che benedice, soccorre ed accoglie.
I dogmi, ovvero le verità di fede rivelate, dovrebbero essere riproposti, nella loro semplicità dottrinale, alla meditazione di noi fedeli, soprattutto in questi tempi di palese smarrimento e di profondi cambiamenti , per diventare come le rocce nel deserto di biblica memoria, non tanto e non solo per assicurarci una fede solida, quanto per considerarle, come i nomadi del tempo, ossia punti di riferimento certi ed affidabili, per proseguire sicuri il cammino nell’assai mutevole paesaggio della nostra esistenza.

Giovanni Bellantoni


Edited by onegirl - 1/1/2013, 14:52
 
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view post Posted on 3/1/2011, 11:36

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Lc 2, 16-21
Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

Dice Gesù:
La Sapienza, dopo averli illuminati (( G I Santi Nonni di Gesù, Gioacchino ed Anna)) coi sogni della notte, scese, Essa, "vapore della virtù di Dio, certa emanazione della gloria dell'Onnipotente", e divenne Parola per la sterile. Colui che ormai vedeva prossimo il suo tempo di redimere, Io, il Cristo, nipote di Anna, quasi cinquant'anni dopo, mediante la Parola, opererò miracoli sulle sterili e le malate, sulle ossesse, sulle desolate, su tutte le miserie della terra. Ma intanto, per la gioia di avere una Madre, ecco che mormoro arcana Parola nell'ombra del Tempio che conteneva le speranze d'Israele, del Tempio ormai al limitare della sua vita, perché nuovo e vero Tempio, non più contenente speranze di un popolo, ma certezza di Paradiso per il popolo di tutta la terra, e per i secoli dei secoli sino alla fine del mondo, sta per essere sulla terra. E questa Parola opera il miracolo di render fecondo ciò che infecondo era (( G S. Anna, anche lei sterile come Elisabetta, avrà Maria Ss. in età matura)). E di darmi una Madre, la quale non ebbe soltanto ottimo naturale, come era sorte lo avesse nascendo da due santi; e, non avendo soltanto un'anima buona come molti ancor l'hanno, non avendo soltanto continuo ac¬crescimento di questa bontà per il suo buon volere, non aven¬do soltanto un corpo immacolato, ebbe, unica fra le creature, immacolato lo spirito. Tu hai visto la generazione continua delle anime da Dio. Ora pensa quale dovette esser la bellezza di quest'anima che il Padre aveva vagheggiata da prima che il tempo fosse, di quest’anima che costituiva le delizie della Trinità, la quale Trinità ardeva di ornarla dei suoi doni per farne dono a Se stessa. O Tutta Santa, che Dio creò per Sé e poi per salute agli uomini! Portatrice del Salvatore, la prima salvezza tu fosti. Vivente Paradiso, hai col tuo sorriso cominciato a santificare la terra. L'anima creata per esser anima della Madre di Dio! Quando, da un più vivo palpito del Trino Amore, scaturì questa scintilla vitale, ne giubilarono gli angeli, ché luce più viva mai aveva visto il Paradiso. Come petalo di empirea rosa, un petalo immateriale e prezioso che era gemma e fiamma, che era alito di Dio che scendeva ad animare una carne ben diversamente che per le altre, che scendeva tanto potente nel suo fuoco che la Colpa non poté contaminarla, essa valicò gli spazi e si chiuse in un seno santo. La terra aveva, e non lo sapeva ancora, il suo Fiore. Il vero, unico Fiore che fiorisce eterno: giglio e rosa, mammola e gelsomino, elianto e ciclamino insieme fusi, e con essi tutti i fiori della terra in un Fiore solo, Maria, nella quale ogni virtù e grazia si aduna. Nell'aprile la terra di Palestina pareva un enorme giardino, e fragranze e colori davano delizia al cuore degli uomini. Ma ancora ignota era la più bella Rosa. Ella era già fiorente a Dio nel secreto dell'alvo materno, poiché mia Madre amò da quando fu concepita, ma solo quando la vite dà il suo sangue per farne vino, e l'odor dei mosti, zuccherino e forte, empie le aie e le nari, Ella avrebbe sorriso prima a Dio e poi al mondo, dicendo col suo superinnocente sorriso: "Ecco, la Vite che vi darà il Grappolo da esser premuto nello strettoio per divenire Medicina eterna al vostro male, è fra voi Ho detto: "Maria amò da quando fu concepita". Cosa è che dà allo spirito luce e conoscenza? La Grazia. Cosa è che leva la Grazia? Il peccato d'origine e il peccato mortale. Maria, la Senza Macchia, non fu mai priva del ricordo di Dio, della sua vicinanza, del suo amore, della sua luce, della sua sapienza. Ella poté perciò comprendere e amare quando non era che una carne che si condensava intorno ad un'anima immacolata che continuava ad amare. Più avanti ti farò contemplare mentalmente la profondità della verginità in Maria. Ne avrai una vertigine celeste co¬me quando ti ho fatto considerare la nostra eternità. Intanto considera come il portare in seno una creatura esente dalla Macchia, che priva di Dio, dia alla madre, che pure l'ha concepita naturalmente, umanamente, una intelligenza superiore e ne faccia un profeta. Il profeta della figlia sua, che ella chiama: "Figlia di Dio". E pensa cosa sarebbe stato se dai Primogenitori innocenti fossero nati innocenti figli, come Dio voleva. Questo, o uomini che dite di avviarvi al "superuomo", e coi vostri vizi vi avviate unicamente al superdemone, sarebbe stato il mezzo per portare al “superuomo". Saper rimanere senza contaminazione di Satana per lasciare a Dio l'amministrazione della vita, della conoscenza, del bene, non desiderando più di quanto - ed era poco meno che infinito - Dio non vi avesse dato, per poter generare, in una continua evoluzione verso il perfetto, dei figli che fossero uomini nel corpo e figli dell'Intelligenza nello spirito, ossia trionfatori, ossia forti, ossia giganti su Satana, che sarebbe stato atterrato tante migliaia di secoli avanti l'ora in cui lo sarà, e con lui tutto il suo male».(da: Maria Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Cap. 4, ed. CEV)

1° agosto 1943.

Dice Gesù:
«Quando una creatura è realmente figlia del suo Signore soffre tanto delle ingiurie che vede fare al medesimo, che nessuna gioia della terra, anche la più santa e grande, la può consolare.
Mia Madre, e con Lei tante sante madri dell’antica e nuova Legge, non si sentiva felicissima nella sua felicità di madre e Madre di Dio, perché vedeva che Dio non era amato, in spirito e verità, altro che da pochi. La grazia che le inondava l’anima con la sua pienezza, le anticipava la cognizione del sacrilegio con cui la vera arca della Parola di Dio sarebbe stata presa, profanata, uccisa da un popolo nemico della Verità. Non è morta in questa cognizione, come la nuora di Eli, perché Dio la soccorse, dovendola serbare a tutto il dolore, ma ne agonizzò per tutto il resto della vita.
Mia Madre portò la croce prima di Me. Mia Madre conobbe le atroci torture dei crocifissi prima di Me. Cominciò a portarla e a conoscerle dal momento in cui le fu rivelata la sua e mia missione.
Io col mio Sangue, Maria con le sue lacrime, vi abbiamo ottenuto il Perdono di Dio. E voi ne fate così poco conto!
Le creature che amano Dio di amore vero soffrono per le ingiurie fatte a Dio come per spade trapassate nel cuore e ne muoiono anche: vittime il cui olocausto è come incenso soave che profuma il trono del Signore e come acqua che lava le colpe della terra.» (da: Maria Valtorta, I Quaderni del 43 – ed. CEV).



Edited by onegirl - 1/1/2013, 14:52
 
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view post Posted on 1/1/2013, 14:55

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Madre di Dio, Madre della Pace

Se prestiamo attenzione, la solennità odierna di Maria Madre di Dio è la terza dopo quella della Nascita del Verbo nella carne, ma è anche la prima del calendario di ogni anno sociale. Forse si tratta di una mera coincidenza, ma non è fuori luogo osservare che alla Madre di Dio la Chiesa affida le giornate del nuovo anno incipiente non senza aver tuttavia riconosciuto che la maternità di Maria è conseguenza dello speciale dono del Verbo Incarnato. In parole povere, la Vergine intercederà per noi nel nuovo anno nella sua prerogativa di maternità, ma la sua figura e il suo ruolo sono subordinate a quella del Cristo Bambino, di cui si è fatta celebrazione pochi giorni prima. Come spesso si è ricordato, il culto che spetta alla Vergine è quello dell'"iperdulia", cioè della venerazione al di sopra di tutti gli altri Santi e al di sotto di Dio e del Figlio Gesù Cristo; ebbene la collocazione al 1 Gennaio di ogni anno di questa solennità è un riflesso di questa sua posizione.
Il titolo di Madre di Dio, che la Chiesa condivide con gli Ortodossi e con buona parte delle confessioni protestanti, viene conferito a Maria in quanto Madre di Gesù, il quale incarnandosi nel suo grembo, oltre che Figlio di Dio diventa Figlio dell'Uomo: quando Dio assume natura umana non cessa di essere Dio: egli è vero Dio e vero uomo. Per cui è errato affermare che Maria, nella sua gestazione verginale sia Madre del solo Cristo uomo (Cristotokos, Nestorio). Ella è Madre di Cristo in quanto Uomo e in quanto Dio. Di conseguenza è logico dedurre che Ella è Madre di Dio. E' quanto afferma già Elisabetta (Lc 1, 48) quando riconosce in Maria la "Madre del Mio Signore" e quanto la Chiesa sin dai tempi antichi ha professato, seppure l'avallo del Dogma venne sancito dal Concilio di Efeso.
Se pochissimi giorni fa' abbiamo contemplato che Dio ha voluto scegliere una famiglia terrena alla quale restare sempre sottomesso e sulla quale fondare la propria crescita umana e la propria formazione, adesso riscontriamo da questa stessa Famiglia il ruolo peculiare della Madre.
Non perché non abbia importanza il padre putativo (Giuseppe), ma appunto in ragione dello straordinario parto del Dio Uomo, dello speciale privilegio che Maria ha avuto comunicato dall'angelo e del disegno divino di salvezza di cui è stata destinataria e realizzatrice: come non poter considerare, nel mistero del Natale, la figura di Colei che concepisce nella carne il Figlio di Dio? In Maria il Cristo ha scelto di usufruire, come tutti, di un conforto materno e di un sostegno familiare irrinunciabile, sperimentando l'importanza della figura di una madre mentre procedeva la sua crescita a Nazaret.
La maternità divina di Maria qualifica però la sua figura anche in relazione a noi. Infatti essere Madre di Dio vuol dire estendere la propria maternità a tutti coloro che a Dio sono vincolati, a coloro che sono membra del Corpo di Cristo e che formano la Chiesa, a coloro che Dio vuole riunire a sé per rendere tutti suoi Figli. Maria di conseguenza è anche Madre nostra e sotto questo particolare aspetto guida e assiste tutti gli uomini non solamente nello spazio temporale di un anno ma nell'intero percorso della nostra vita.
Il ruolo particolare della madre all'interno di qualsiasi famiglia è sempre stato quello di incutere sicurezza e coraggio ai propri figli, rendendosi oggetto di speciale fiducia da parte di essi. La mamma è il membro familiare irrinunciabile per la crescita affettiva di un ragazzo e per il suo ingresso graduale nella società e se del padre ad un certo punto si può fare anche a meno, perdere la propria madre in tenera età è sempre motivo di smarrimento. Anche in ragione di questo è stata premura del Signore che accanto ad un Padre misericordioso e altamente Amore vi fosse per noi anche un sostegno di Madre che si evince nella sollecita figura di Maria. Certo, come afferma Giovanni Paolo I in un suo famoso intervento, lo stesso Dio nel suo amore infinito può essere definito Mamma, ma la figura di un soggetto materno tangibile e circoscrivibile è di ulteriore supporto e incoraggiamento.
Nella sua funzione di maternità universale Maria intercede per la comunione fra tutti gli uomini e il consolidamento dell'unione dei popoli e per questo motivo la giornata di oggi associa la solennità della Madre di Dio alla Giornata mondiale della pace. Intercedendo la Vergine Maria, Benedetto XVI nel suo messaggio sottolinea che la pace è vocazione fondamentale dell'uomo e auspica che si mettano in atto tutte le condizioni per cui si fomentino nel mondo occasioni di pacificazione universale e per cui la pace non si identifichi con il solo tacere delle armi, ma persegua l'obiettivo della verità, del bene comune e della tutela della vita e dei diritti dell'uomo, scongiurando tutti quei sistemi che tolgano spazio alla trascendenza. Non è possibile conseguire la vera pace senza che essa sia riconosciuta come un dono divino che l'uomo ha il dovere di salvaguardare con tutti i mezzi. Nel libro dei Numeri (I lettura) il Signore tramite Mosè annuncia al suo popolo la visione del suo volto e la conseguente prosperità della pace: "Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace". Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò»
Quando si parla del "volto di Dio" si intende sempre l'Essenza di Dio, la sua presenza gratificante a favore dell'uomo. L'augurio che risuona in queste parole dell'Antico Testamento è che l'uomo possa godere sempre dei favori divini per ottenere la pace, non senza tuttavia che ad essi l'uomo apponga la sua puntuale collaborazione, corrispondendo con la propria fedeltà indiscussa.
E' l'augurio che rivolgo personalmente a tutti in occasione dell'inizio del presente Anno 2013: ferma restando la nostra fedeltà, il Signore ci conceda la pace e la serenità; Maria interceda per noi perché possiamo godere della visione del volto di Dio ed essere così motivati nella fede e nella speranza. E la pace diventi per tutti un obiettivo possibile. Auguri di Buon Anno 2013.

Padre Gianfranco Scarpitta

 
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