Gesù Luce del mondo

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view post Posted: 4/5/2013, 11:40 Il 2 maggio Benedetto XVI tornerà in Vaticano‏ - Sua Santità Benedetto XVI

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30 Aprile 2013

Dopodomani, 2 maggio, il Papa emerito Benedetto XVI tornerà in Vaticano e prenderà dimora, come già annunciato, nel convento Mater Ecclesiae. Il rientro del Papa emerito avverrà in elicottero intorno alle 16.30-17, con partenza dal Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, dove Benedetto XVI ha risieduto negli ultimi due mesi. A confermare la notizia ai media è stato il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi. Ai giornalisti che chiedevano notizie sulla salute di Benedetto XVI, padre Lombardi ha replicato: ''E' un uomo anziano, indebolito dall'età, ma non ha nessuna malattia''.

Fonte. News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:38 Emissione filatelica congiunta Stato della Città del Vaticano e Argentina‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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30 Aprile 2013

Questa mattina, nella Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano, è stata presentata al Santo Padre Francesco l’emissione filatelica congiunta tra Stato della Città del Vaticano e Argentina, dedicata all’inizio del Suo Pontificato.

Si tratta di una serie di quattro francobolli con l'immagine di Papa Francesco con il seguente valore tariffario: 70 centesimi (Italia); 85 centesimi (Europa e Mediterraneo); 2 Euro (Africa, Americhe e Asia); 2.50 Euro (Oceania), con una tiratura di duecentocinquantamila esemplari.

L’Ufficio Filatelico e Numismatico congiuntamente alla serie filatelica emetterà la 3a "stamp&coin card" (una cartolina con francobollo e moneta) ed un folder ufficiale dedicato all’Inizio del Pontificato, contenente due buste con annullo speciale del primo giorno di emissione ed una cartolina postale con impressa la prima pagina dell’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano del 13 marzo 2013 (giorno dell'elezione del nuovo Pontefice).

Fonte: News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:36 La riforma di Papa Francesco‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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30 Aprile 2013

Il 13 aprile è stata resa pubblica la notizia che Papa Francesco ha costituito un gruppo di otto cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor bonus sulla Curia romana. La decisione ha destato molto interesse, dando luogo a non poche speculazioni. Di questo ha parlato in un’intervista l’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato.
Sulla riforma della Curia si sono sentite molte voci: bilanciamento di poteri, moderatori, coordinatori, “superministeri dell’economia”, rivoluzioni…

In effetti è un po’ strano: il Papa non ha ancora incontrato il gruppo di consiglieri che si è scelto e già i consigli piovono… Dopo avere parlato con il Santo Padre, posso dire che in questo momento è assolutamente prematuro avanzare qualsiasi ipotesi circa il futuro assetto della Curia. Papa Francesco sta ascoltando tutti, ma in primo luogo vorrà ascoltare chi ha scelto come consiglieri. Successivamente si imposterà un progetto di riforma della Pastor bonus, che ovviamente dovrà percorrere un suo iter.

Si è parlato molto anche dello Ior, l’Istituto per le opere di religione; qualcuno si è spinto a prevedere una sua soppressione…

Il Papa è rimasto sorpreso nel vedersi attribuite frasi che non ha mai pronunciato e che travisano il suo pensiero. L’unico cenno in merito è stato durante una breve omelia a Santa Marta, fatta a braccio, in cui ha ricordato in modo appassionato come l’essenza della Chiesa consista in una storia di amore tra Dio e gli uomini, e come le varie strutture umane, tra cui lo Ior, siano meno importanti. Il riferimento è stato un cenno di battuta, motivato dalla presenza alla messa di alcuni dipendenti dell’Istituto, nel contesto di un serio invito a non perdere mai di vista l’essenzialità della Chiesa.

Si deve prevedere che non sia imminente una ristrutturazione dell’attuale conformazione dei dicasteri?

Non so prevedere i tempi. Il Papa tuttavia ha chiesto a tutti noi, responsabili dei dicasteri, di continuare nel nostro servizio, senza però voler procedere, per il momento, ad alcuna conferma negli incarichi. Lo stesso vale per i membri delle Congregazioni e dei Pontifici Consigli: il normale ciclo di conferme o nomine, che si verificano alla scadenza dei mandati quinquennali, è per il momento sospeso, e tutti continuano nel proprio incarico “sino a nuova disposizione” (donec aliter provideatur). Ciò indica la volontà del Santo Padre di prendere il tempo necessario di riflessione – e di preghiera, non dovremmo dimenticarlo – per avere un quadro approfondito della situazione.

A proposito del gruppo di consiglieri, qualcuno è arrivato a sostenere che una tale scelta possa mettere in discussione il primato del Papa…

Si tratta di un organo consultivo, non decisionale, e davvero non vedo come la scelta di Papa Francesco possa mettere in discussione il primato. È vero invece che si tratta di un gesto di grande rilevanza, che vuole dare un segnale preciso circa le modalità con cui il Santo Padre vorrà esercitare il suo ministero. Non dobbiamo infatti dimenticare qual è il primo compito assegnato al gruppo degli otto cardinali: assistere il Pontefice nel governo della Chiesa universale. Non vorrei che la curiosità per gli assetti e le strutture della Curia romana facesse passare in secondo piano il senso profondo del gesto compiuto da Papa Francesco.

Ma l’espressione “consigliare” non è troppo indefinita?

Al contrario, il consigliare è un’azione importante, che nella Chiesa è definita teologicamente e trova espressione a molti livelli. Si pensi, per esempio, agli organismi di partecipazione nelle diocesi e nelle parrocchie, o ai consigli dei superiori, provinciali e generali, negli Istituti di vita consacrata. La funzione del consigliare va interpretata in chiave teologica: in un’ottica mondana dovremmo dire che un consiglio senza potere deliberativo è irrilevante, ma ciò significherebbe equiparare la Chiesa a un’azienda. Invece, teologicamente il consigliare ha una funzione di assoluto rilievo: aiutare il superiore nell’opera del discernimento, nel comprendere cioè quello che lo Spirito chiede alla Chiesa in un preciso momento storico. Senza questo riferimento, del resto, non si capirebbe nulla nemmeno del significato autentico dell’azione di governo nella Chiesa.

Che sentimenti prova nel collaborare con Papa Francesco?

Ho potuto collaborare da vicino con Papa Benedetto, ora sto continuando il mio servizio con Papa Francesco. Naturalmente ciascuno ha la propria personalità, il proprio stile, e mi sento davvero un privilegiato per questo stretto contatto con due uomini interamente dediti al bene di tutta la Chiesa, distaccati da se stessi, immersi in Dio e con un’unica passione: far conoscere la bellezza del Vangelo alle donne e agli uomini di oggi.

Fonte: News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:34 Tutti devono pregare per la Chiesa. Una Chiesa "mondana" non porta il Vangelo‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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Omelia di Papa Francesco del 30 Aprile 2013

“Quando la Chiesa diventa mondana” diventa una “Chiesa debole”. Così si è espresso in sintesi oggi Papa Francesco, durante la Messa presieduta nella Cappellina di Casa Santa Marta, alla presenza di alcuni dipendenti dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Il Papa ha indicato nella preghiera la via di custodia e affidamento al Signore per “gli anziani, gli ammalati, i bambini, i ragazzi”, per tutta la Chiesa. “Che il Signore ci faccia forti – ha rimarcato – per non perdere la fede, non perdere la speranza”.
E’ l’affidamento della Chiesa al Signore che il Papa oggi ha sottolineato con forza, esortando tutti alla preghiera nello stretto legame con l’azione salvifica di Cristo:
"Si può custodire la Chiesa, si può curare la Chiesa e noi dobbiamo farlo con il nostro lavoro, ma il più importante è quello che fa il Signore: è l’Unico che può guardare in faccia il maligno e vincerlo. Viene il ìprincipe del mondo', contro di me non può nulla: se vogliamo che il principe di questo mondo non prenda la Chiesa nelle sue mani, dobbiamo affidarla all’Unico che può vincere il principe di questo mondo. E qui la domanda: noi preghiamo per la Chiesa, ma per tutta la Chiesa? Per i nostri fratelli che non conosciamo, dappertutto nel mondo? E’ la Chiesa del Signore e noi nella nostra preghiera diciamo al Signore: Signore, guarda la tua Chiesa… E’ tua. La tua Chiesa sono i nostri fratelli. Questa è una preghiera che noi dobbiamo fare dal cuore, sempre di più".

Poi, Papa Francesco ha rimarcato che “è facile pregare per chiedere una grazia al Signore”, “per ringraziare” o quando “abbiamo bisogno di qualcosa”. Ma fondamentale, ha spiegato, è pregare il Signore per tutti, per coloro che hanno “ricevuto lo stesso Battesimo” dicendo "Sono i tuoi, sono i nostri, custodiscili”:
"Affidare la Chiesa al Signore è una preghiera che fa crescere la Chiesa. E’ anche un atto di fede. Noi non possiamo nulla, noi siamo poveri servitori – tutti – della Chiesa: ma è Lui che può portarla avanti e custodirla e farla crescere, farla santa, difenderla, difenderla dal principe di questo mondo e da quello che vuole che la Chiesa diventi, ovvero più e più mondana. Questo è il pericolo più grande! Quando la Chiesa diventa mondana, quando ha dentro di sé lo spirito del mondo, quando ha quella pace che non è quella del Signore – quella pace di quando Gesù dice 'Vi lascio la pace, vi do la mia pace', non come la dà il mondo – quando ha quella pace mondana, la Chiesa è una Chiesa debole, una Chiesa che sarà vinta e incapace di portare proprio il Vangelo, il messaggio della Croce, lo scandalo della Croce… Non può portarlo avanti se è mondana".

Papa Francesco è tornato più volte sull’importanza della preghiera per affidare “la Chiesa al Signore”, via per la “pace che solo lui può dare”:
"Affidare la Chiesa al Signore, affidare gli anziani, gli ammalati, i bambini, i ragazzi… 'Custodisci Signore la tua Chiesa': è tua! Con questo atteggiamento Lui ci darà, in mezzo alle tribolazioni, quella pace che soltanto Lui può dare. Questa pace che il mondo non può dare, quella pace che non si compra, quella pace che è un vero dono della presenza di Gesù in mezzo alla sua Chiesa. Affidare la Chiesa che è in tribolazione: ci sono grandi tribolazioni, la persecuzione… ci sono. Ma ci sono anche le piccole tribolazioni: le piccole tribolazioni della malattia o dei problemi di famiglia… Affidare tutto questo al Signore: custodisci la tua Chiesa nella tribolazione, perché non perda la fede, perché non perda la speranza".

“Che il Signore ci faccia forti per non perdere la fede, non perdere la speranza”, ha detto il Papa, rimarcando che questa deve sempre essere la richiesta del cuore al “Signore”. “Fare questa preghiera di affidamento per la Chiesa – ha concluso – ci farà bene e farà bene alla Chiesa. Darà grande pace a noi e grande pace alla Chiesa, non ci toglierà delle tribolazioni, ma ci farà forti nelle tribolazioni”.

Fonte. News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:33 L'impegno della Chiesa di Roma per gli immigrati: intervento di mons. Feroci - La Santa Sede, Il Mondo Cattolico

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29 Aprile 2013

"Penso a tanti stranieri che sono qui nella diocesi di Roma: cosa facciamo per loro?". E' durante l'udienza generale di mercoledì scorso che Papa Francesco ha voluto porre l'accento sulla carità e l'accoglienza verso i più poveri facendo riferimento al brano evangelico sul giudizio finale. "Quando ha - aggiunto il Papa - noi saremo giudicati da Dio sulla carità, su come lo avremo amato nei nostri fratelli, specialmente i più deboli". Ma in che modo e con che intensità la diocesi di Roma sta rispondendo alle esigenze degli immigrati? Il giornalista Federico Piana lo ha chiesto a mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas romana:

R. – Io credo che il Santo Padre abbia fatto bene e faccia benissimo a ricordarcelo sempre, perché l’accoglienza allo straniero è un dato fondamentale per la nostra fede; ce l’ha detto il Signore, capitolo 25 di Matteo. Anche noi, come Chiesa di Roma, da tanti anni, da 30 anni, abbiamo un discorso di accoglienza. Basta pensare al centro di ascolto stranieri della Caritas che in questi 30 anni ha accolto, assistito, orientato, più di 250 mila stranieri. Questi sono i dati che emergono dai nostri schedari. Penso anche al poliambulatorio che noi abbiamo a via Marsala, dove veramente tantissime persone sono passate per essere accolte. Lei pensi che abbiamo editato un vocabolario cinese proprio perché una delle barriere che si trovano con gli stranieri è quella linguistica. Anche le difficoltà culturali sono tantissime e la fruibilità delle prestazioni negli ambienti pubblici è difficilissima. Abbiamo messo in piedi mediatori culturali per superare questo.

D. – Diciamo che ci sono anche i volontari che aiutano…

R. - La Caritas, fondamentalmente, è un discorso di volontariato. Se non ci fossero i volontari, la Caritas dovrebbe chiudere, perché non si potrebbe fare niente. La Caritas non è la risposta a tutti i bisogni e le necessità perché sono tantissime. Ma la Caritas, come diceva Paolo VI - io lo ricordo a me stesso e agli altri - deve avere una funzione fondamentalmente educativa, pedagogica, quindi essere uno stimolo anche alle autorità pubbliche perché si aprano e operino…

D. – … su questo, l’appello era sicuramente rivolto anche alle autorità cittadine: stanno facendo tutto oppure potrebbero fare di più?

R. – Tutto no, qualcosa sì. Ma secondo me molto poco, si dovrebbe fare di più, sentendo e capendo che la presenza di tanti immigrati - sono quasi cinque milioni oggi in Italia - è una ricchezza e non è un peso. Sono una ricchezza per questa nostra società e quindi il discorso deve essere di integrazione.

Fonte. News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:30 Vergognarsi dei propri peccati è virtù dell'umile che prepara al perdono di Dio‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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Omelia di Papa Francesco del 29 Aprile 2013

Vergognarsi dei propri peccati è la virtù dell’umile che prepara ad accogliere il perdono di Dio: lo ha detto Papa Francesco, stamani, durante la Messa presieduta nella Cappellina di Casa Santa Marta, alla presenza di alcuni dipendenti dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e di alcune religiose. Hanno concelebrato il cardinale Domenico Calcagno, presidente dell’Apsa, e l’arcivescovo Francesco Gioia, presidente della Peregrinatio ad Petri Sedem.
Commentando la prima Lettera di San Giovanni, in cui si dice che “Dio è luce e in Lui non c’è tenebra alcuna”, Papa Francesco ha sottolineato che “tutti noi abbiamo delle oscurità nella nostra vita”, momenti “dove tutto, anche nella propria coscienza, è buio”, ma questo – ha precisato - non significa camminare nelle tenebre:
“Andare nelle tenebre significa essere soddisfatto di se stesso; essere convinto di non aver necessità di salvezza. Quelle sono le tenebre! Quando uno va avanti su questa strada proprio delle tenebre, non è facile tornare indietro. Perciò Giovanni continua, perché forse questo modo di pensare lo ha fatto riflettere: ‘Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi’. Guardate ai vostri peccati, ai nostri peccati: tutti siamo peccatori, tutti… Questo è il punto di partenza. Ma se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele, è giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. E ci presenta – vero? - quel Signore tanto buono, tanto fedele, tanto giusto che ci perdona”.
“Quando il Signore ci perdona fa giustizia” – prosegue il Papa – innanzitutto a se stesso, “perché Lui è venuto per salvare e perdonarci”, accogliendoci con la tenerezza di un padre verso i figli: “il Signore è tenero verso quelli che lo temono, verso quelli che vanno da Lui” e con tenerezza “ci capisce sempre”, vuole donarci “quella pace che soltanto Lui dà”. “Questo – ha affermato - è quello che succede nel Sacramento della Riconciliazione” anche se “tante volte pensiamo che andare a confessarci è come andare in tintoria” per pulire la sporcizia sui nostri vestiti:
“Ma Gesù nel confessionale non è una tintoria: è un incontro con Gesù, ma con questo Gesù che ci aspetta, ma ci aspetta come siamo. ‘Ma Signore, senti sono così…’, ma ci fa vergogna dire la verità: ‘Ho fatto questo, ho pensato questo’. Ma la vergogna è una vera virtù cristiana e anche umana…la capacità di vergognarsi: io non so se in italiano si dice così, ma nella nostra terra a quelli che non possono vergognarsi gli dicono ‘sin vergüenza’, senza vergogna: questo è ‘un senza vergogna’, perché non ha la capacità di vergognarsi e vergognarsi è una virtù dell’umile, di quell’uomo e di quella donna che è umile”.
Occorre avere fiducia – prosegue il Papa – perché quando pecchiamo abbiamo un difensore presso il Padre: “Gesù Cristo, il giusto”. E Lui “ci sostiene davanti al Padre” e ci difende di fronte alle nostre debolezze. Ma è necessario mettersi di fronte al Signore “con la nostra verità di peccatori”, “con fiducia, anche con gioia, senza truccarci… Non dobbiamo mai truccarci davanti a Dio!”. E la vergogna è una virtù: “benedetta vergogna”. “Questa è la virtù che Gesù chiede a noi: l’umiltà e la mitezza”:
“Umiltà e mitezza sono come la cornice di una vita cristiana. Un cristiano va sempre così, nell’umiltà e nella mitezza. E Gesù ci aspetta per perdonarci. Possiamo fargli una domanda: allora andare a confessarsi non è andare a una seduta di tortura? No! E’ andare a lodare Dio, perché io peccatore sono stato salvato da Lui. E Lui mi aspetta per bastonarmi? No, con tenerezza per perdonarmi. E se domani faccio lo stesso? Vai un’altra volta, e vai e vai e vai…. Lui sempre ci aspetta. Questa tenerezza del Signore, questa umiltà, questa mitezza…”.
Questa fiducia “ci dà respiro”. “Il Signore – conclude il Papa - ci dia questa grazia, questo coraggio di andare sempre da Lui con la verità, perché la verità è luce e non con la tenebra delle mezze verità o delle bugie davanti a Dio. Che ci dia questa grazia! E così sia”.

Fonte: News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:28 Omelia di Papa Francesco durante la Santa Messa per le Cresime ‏ 2013 - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Piazza San Pietro
V Domenica di Pasqua, 28 aprile 2013


Cari fratelli e sorelle! Carissimi cresimandi! Benvenuti!
Vorrei proporvi tre semplici e brevi pensieri su cui riflettere.

1. Nella Seconda Lettura abbiamo ascoltato la bella visione di san Giovanni: un cielo nuovo e una terra nuova, e poi la Città Santa che scende da Dio. Tutto è nuovo, trasformato in bene, in bellezza, in verità; non c’è più lamento, lutto… Questa è l’azione dello Spirito Santo: ci porta la novità di Dio; viene a noi e fa nuove tutte le cose, ci cambia. Lo Spirito ci cambia! E la visione di san Giovanni ci ricorda che siamo tutti in cammino verso la Gerusalemme del cielo, la novità definitiva per noi e per tutta la realtà, il giorno felice in cui potremo vedere il volto del Signore - quel volto meraviglioso, tanto bello del Signore Gesù - potremo essere con Lui per sempre, nel suo amore.

Vedete, la novità di Dio non assomiglia alle novità mondane, che sono tutte provvisorie, passano e se ne ricerca sempre di più. La novità che Dio dona alla nostra vita è definitiva, e non solo nel futuro, quando saremo con Lui, ma anche oggi: Dio sta facendo tutto nuovo, lo Spirito Santo ci trasforma veramente e vuole trasformare, anche attraverso di noi, il mondo in cui viviamo. Apriamo la porta allo Spirito, facciamoci guidare da Lui, lasciamo che l’azione continua di Dio ci renda uomini e donne nuovi, animati dall’amore di Dio, che lo Spirito Santo ci dona! Che bello se ognuno di voi, alla sera potesse dire: oggi a scuola, a casa, al lavoro, guidato da Dio, ho compiuto un gesto di amore verso un mio compagno, i miei genitori, un anziano! Che bello!

2. Un secondo pensiero: nella Prima Lettura Paolo e Barnaba affermano che «dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni» (At 14,22). Il cammino della Chiesa, anche il nostro cammino cristiano personale, non sono sempre facili, incontrano difficoltà, tribolazione. Seguire il Signore, lasciare che il suo Spirito trasformi le nostre zone d’ombra, i nostri comportamenti che non sono secondo Dio e lavi i nostri peccati, è un cammino che incontra tanti ostacoli, fuori di noi, nel mondo e anche dentro di noi, nel cuore. Ma le difficoltà, le tribolazioni, fanno parte della strada per giungere alla gloria di Dio, come per Gesù, che è stato glorificato sulla Croce; le incontreremo sempre nella vita! Non scoraggiarsi! Abbiamo la forza dello Spirito Santo per vincere queste tribolazioni.

3. E qui vengo all’ultimo punto. E’ un invito che rivolgo a voi cresimandi e cresimande e a tutti: rimanete saldi nel cammino della fede con la ferma speranza nel Signore. Qui sta il segreto del nostro cammino! Lui ci dà il coraggio di andare controcorrente. Sentite bene, giovani: andare controcorrente; questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio per andare controcorrente e Lui ci dà questo coraggio! Non ci sono difficoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l’amicizia con Lui, se gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita. Questo anche e soprattutto se ci sentiamo poveri, deboli, peccatori, perché Dio dona forza alla nostra debolezza, ricchezza alla nostra povertà, conversione e perdono al nostro peccato. E’ tanto misericordioso il Signore: sempre, se andiamo da Lui, ci perdona. Abbiamo fiducia nell’azione di Dio! Con Lui possiamo fare cose grandi; ci farà sentire la gioia di essere suoi discepoli, suoi testimoni. Scommettete sui grandi ideali, sulle cose grandi. Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocate la vita per grandi ideali, giovani!

Novità di Dio, tribolazione nella vita, saldi nel Signore. Cari amici, spalanchiamo la porta della nostra vita alla novità di Dio che ci dona lo Spirito Santo, perché ci trasformi, ci renda forti nelle tribolazioni, rafforzi la nostra unione con il Signore, il nostro rimanere saldi in Lui: questa è una vera gioia! Così sia.

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

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view post Posted: 4/5/2013, 11:24 Primo incontro tra Papa Francesco e il cardinale Bagnasco - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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28 Aprile 2013

“Ho respirato una profonda sintonia”, così il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, commentando in una nota la sua prima udienza ieri con Papa Francesco, che ha mostrato “grande capacità di ascolto e di attenzione”.
Un incontro durato oltre un’ora, “atteso da entrambe le parti”. Il porporato riferisce l’apprezzamento espresso dal vescovo di Roma, che “presiede nella carità e comunione” la Conferenza episcopale italiana, riguardo “il metodo di lavoro della Cei”: la programmazione decennale, i Convegni ecclesiali nazionali a metà cammino e il tema in corso dell’educazione, “nell’impegno di ricondurla innanzitutto al suo principio originante, ossia l’annuncio di Gesù Cristo”, per riscoprire “una precisa idea di uomo e di umanità”, avvertiti della “mutazione antropologica in atto”, che interessa “non tanto e solo il contesto europeo, ma anche l’America Latina e, più in generale, il mondo intero”. Tra gli altri argomenti del colloquio tra il Papa e il cardinale Bagnasco: l’impegno della Chiesa italiana “per la tutela e la promozione dei valori non negoziabili, il rapporto con l’opinione pubblica”, l’attenzione costante dei media “a testimonianza di una presenza qualificata sul territorio, che a volte arriva a essere mal tollerata”. Il Papa – riporta il presidente della Cei – ha condiviso anche “gli sforzi di sobrietà portati avanti dai vescovi italiani”, e “la necessità di avere strutture agili, evitando sprechi e dispendi di risorse”, raccomandando di “non moltiplicare organismi, che alla fine appesantiscono inutilmente”, e insistendo “sul fatto che la Chiesa è un organismo vivo, vivente, e non un’organizzazione burocratica, a cui a volte qualcuno vorrebbe ridurla”. Francesco ha infine confermato al cardinale Bagnasco il suo intervento alla prossima Assemblea generale della Cei, in programma dal 20 al 24 maggio.

Fonte. News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:22 Regina Coeli con Papa Francesco del 28 Aprile 2013‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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PAPA FRANCESCO

REGINA COELI

Piazza San Pietro
V Domenica di Pasqua, 28 aprile 2013


Prima di concludere questa celebrazione, vorrei affidare alla Madonna i cresimati e tutti voi. La Vergine Maria ci insegna che cosa significa vivere nello Spirito Santo e che cosa significa accogliere la novità di Dio nella nostra vita. Lei ha concepito Gesù per opera dello Spirito, e ogni cristiano, ognuno di noi, è chiamato ad accogliere la Parola di Dio, ad accogliere Gesù dentro di sé e poi portarlo a tutti. Maria ha invocato lo Spirito con gli Apostoli nel cenacolo: anche noi, ogni volta che ci riuniamo in preghiera, siamo sostenuti dalla presenza spirituale della Madre di Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la forza di testimoniare Gesù risorto. Questo lo dico in modo particolare a voi, che oggi avete ricevuto la Cresima: Maria vi aiuti ad essere attenti a quello che il Signore vi chiede, e a vivere e camminare sempre secondo lo Spirito Santo!

Vorrei estendere il mio saluto affettuoso a tutti i pellegrini presenti, venuti da tanti Paesi. Saluto in particolare i ragazzi che si preparano alla Cresima, il folto gruppo guidato dalle Suore della Carità, i fedeli di alcune parrocchie polacche e quelli di Bisignano, come pure la Katholische akademische Verbindung Capitolina.

In questo momento, un momento speciale, desidero elevare una preghiera per le numerose vittime causate dal tragico crollo di una fabbrica in Bangladesh. Esprimo la mia solidarietà e profonda vicinanza alle famiglie che piangono i loro cari e rivolgo dal profondo del cuore un forte appello affinché sia sempre tutelata la dignità e la sicurezza del lavoratore.

Ora, nella luce pasquale, frutto dello Spirito, ci rivolgiamo insieme alla Madre del Signore.

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view post Posted: 4/5/2013, 11:19 Il Papa ringrazia il Piams per il lavoro a servizio della musica liturgica‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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27 Aprile 2013

Papa Francesco ha ringraziato e benedetto, in un Messaggio a firma di mons. Angelo Becciu, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, il preside e i membri del Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra (Piams). In una lettera inviata in occasione della sua elezione al Soglio di Pietro, mons. GianLuigi Rusconi, massimo responsabile dell’Istituto, aveva assicurato al nuovo Papa “rinnovato impegno” affinché – scriveva – la preghiera e la musica liturgica “siano un trasparente segno della parola e dell’opera di Dio fedele e misericordioso e, insieme, perché siano sempre più e meglio l’espressione della fede e della vita di tutto il popolo cristiano”.
“Sua Santità – si legge in risposta nel Messaggio papale – ha accolto con vivo compiacimento tale testimonianza di sincera devozione ed ha parimenti apprezzato le attestazioni di fedele adesione al Suo universale ministero, e, mentre ringrazia per il premuroso gesto, esorta a perseverare nella preghiera per la Sua Persona e il Suo servizio alla Chiesa”.

Fonte: News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:18 Il Papa ai giovani a San Pietro: Dio ci dà il coraggio di andare controcorrente‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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28 Aprile 2013

Rimanete saldi nel cammino della fede con la ferma speranza nel Signore, Lui ci dà il coraggio di andare controcorrente. Papa Francesco ha rivolto questo invito alle 70mila persone presenti questa mattina in piazza San Pietro per la messa con il Rito della Confermazione. Quarantaquattro fedeli provenienti da tutto il mondo sono infatti cresimati, esprimendo così la piena e libera decisione di aderire alla fede battesimale.
Qui a San Pietro sono arrivati migliaia di fedeli, soprattutto giovani, che hanno deciso di “credere e di convertire il cuore” come dice monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione. I 44 fedeli che hanno ricevuto il sacramento della Confermazione arrivano da ogni angolo del mondo, dal Congo, alla Colombia, dalle Filippine all’Irlanda solo per fare alcuni esempi. Si tratta per lo più di giovani ma c’è anche un adulto di 55 anni. Sono qui a rappresentare le tante realtà in cui la Chiesa è presente, realtà di guerra e sofferenza, realtà dove i Cristiani sono discriminati per la loro fede, ma c’è anche il ricco Occidente, come anche l’Emilia colpita da terremoto e che fa ancora fatica a rialzarsi. A tutti loro va l’incoraggiamento di Papa Francesco, affinché giochino la “vita per grandi ideali”
Seguire il Signore, lasciare che il suo Spirito trasformi le nostre zone d’ombra, i nostri comportamenti che non sono secondo Dio e lavi i nostri peccati, è un cammino che incontra tanti ostacoli, fuori di noi, nel mondo in cui viviamo che spesso non ci comprende, e anche dentro di noi, nel nostro cuore. Ma le difficoltà, le tribolazioni, fanno parte della strada per giungere alla gloria di Dio, come per Gesù, che è stato glorificato sulla Croce; le incontreremo sempre nella vita!

Piazza San Pietro è piena in ogni suo angolo, complice anche la bella giornata di sole che ha favorito l’afflusso dei fedeli. A loro e ai cresimandi si rivolge il Pontefice che invita tutti a “rimanere saldi nel cammino della fede con la ferma speranza nel Signore”.
Qui sta il segreto del nostro cammino! Lui ci dà il coraggio di andare controcorrente. Non ci sono difficoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l’amicizia con Lui, se gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita. Questo anche e soprattutto se ci sentiamo poveri, deboli, peccatori, perché Dio dona forza alla nostra debolezza, ricchezza alla nostra povertà, conversione al nostro peccato.

Dunque un invito a sperare, ad avere fiducia in Dio, perché “con Lui – dice il Santo Padre – possiamo fare cose grandi, ci farà sentire la gioia di essere suoi discepoli, suoi testimoni”. Nel pomeriggio, poi, i giovani si riuniranno in aula Paolo VI per un momento di festa e per l’ascolto di tre testimonianze: quella di Paolo che parlerà della sua testimonianza in Cina di Malia che racconta la conversione del papà per le sue insistenti preghiere e quella della catechista Adriana Trujillo di Bogotà

Fonte: News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:16 Il Papa alla Tanzania per la Festa dell'unità nazionale: Dio conceda pace e benessere‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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27 Aprile 2013

La Festa per l’unità della Tanzania, celebrata ieri, è stata salutata da Papa Francesco con un messaggio di felicitazioni indirizzato al presidente della Repubblica, Jakaya Mrisho Kikwete. Definendo la giornata di festa un’“occasione felice” per la popolazione della Tanzania, il Papa prosegue affermando di voler affidare “volentieri” la nazione, all'inizio del Pontificato, “alla Provvidenza di Dio Onnipotente” e di pregare perché “i suoi cittadini possano godere di pace e benessere”.

Fonte. News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:13 Giornata dei cresimandi, domani il Papa amministra il Sacramento a 44 ragazzi‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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27 Aprile 2013

Cinque continenti per 44 cresimandi, con età oscillante dagli 11 ai 55 anni. Sono loro che domattina, in Piazza San Pietro, riceveranno dalle mani di Papa Francesco il Sacramento della Confermazione. Già da oggi, in Vaticano, decine di migliaia di ragazze e ragazzi, di varie parti del mondo, hanno iniziato il loro percorso di fede in preghiera sulle tombe dei Papi, nel primo dei due giorni organizzati dal Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, nell’Anno della Fede.
Il giornalista Fabio Colagrande ne ha parlato con don Krzysztof Marcjanowicz, officiale del dicastero:
Risposta – I cresimandi sono persone che di per sé sono state chiamate a testimoniare la fede. Ricevono il dono dello Spirito Santo per poter presentare la fede nella vita matura, testimoniarla con la propria vita e viverla. Perciò, nell’Anno della Fede non potevano mancare proprio i cresimandi con la loro testimonianza di vita.
Domanda. – Come avete scelto i ragazzi che riceveranno la Cresima dalle mani di Papa Francesco?
Risposta. – I criteri erano diversi, però posso dire che il primo era quello di far venire i ragazzi da Paesi dove la libertà religiosa è spesso compromessa, quelli che hanno maggiore difficoltà, quelli che nella vita quotidiana professano spesso la fede con il proprio sangue. C’è la Nigeria, il Congo, Paesi dove uno che dice “sono credente, sono cristiano, sono una persona che crede in Gesù Cristo” rischia di essere anche ucciso a causa della propria fede. Questo è stato il nostro criterio principale. Poi, ovviamente, ci sono anche persone che devono professare la propria fede in società che sono molto avverse alla fede. Sappiamo bene come si vive la fede oggi: non è di moda e spesso i ragazzi che vogliono professarla, che vogliono testimoniarla anche nelle nostre società, nell’Europa e in America, vengono per questo derisi. Perciò, vogliamo rafforzare la loro fede mostrando proprio quel momento comune della preghiera, della gioia, che condividiamo qui in piazza San Pietro e nell’Aula Paolo VI.
Domanda – Oggi, lei ha incontrato queste famiglie, questi giovani, questi cresimandi: che clima c’è?
Risposta. – Dà una soddisfazione enorme vedere questi ragazzi, sentire le loro testimonianze di vita. A dire il vero, è cambiata anche la vita delle loro famiglie. Ho già sentito alcuni che dicono che il frutto concreto di questa loro venuta è la conversione di qualche familiare. Perciò, noi vediamo come incide l’incontro tra la grazia di Dio e questi ragazzi: è la grazia che passa tramite le mani del nostro Pontefice.
Diverse le storie dei giovani cresimandi, come quella di un ragazzo di Carpi, duramente coinvolto nel sisma emiliano dello scorso anno, di cui parla don Roberto Vecchi, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi, intervistato da Fabio Colagrande:
Risposta. – Lui vive in container ancora fuori casa. Aver scelto lui è un modo per porre al centro l’attenzione verso chi sta soffrendo ma ha voglia di crescere, di diventare a sua volta portatore del Vangelo e della speranza. Quindi, si viene aiutati per poter poi aiutare meglio gli altri.
Domanda – E’ stato difficile mantenere la catechesi, la preparazione ai Sacramenti, durante questi mesi dopo il terremoto?
Risposta. – Non è stato per niente facile. Un po’ perché molte famiglie si sono dovute spostare ed è cambiato proprio il tessuto sociale, i rapporti... In alcune parrocchie, si è ritardato l’inizio della catechesi ma per il resto si cerca di creare un po’ di quotidianità, di normalità. E' stato importante ripartire per dare qualche piccolo punto di riferimento in un momento in cui tanti punti e tante cose sono crollate.
Domanda. – Quali sono stati riflessi spirituali dell’esperienza del terremoto sulla comunità di Carpi?
Risposta – In positivo, è stata la scoperta della solidarietà, dell’attenzione, di una maggiore disponibilità a stare insieme, a cercarsi. Però, i problemi sono così aumentati per la crisi economica che flagellava il territorio. E' come se ci fosse stata una seconda crisi economica e questo ha certamente messo alla prova tante persone e anche la loro fede.
Domanda. – In questo senso, questo viaggio a Roma di una parte della vostra comunità assume un significato particolare?
Risposta. – Sì, per noi è sicuramente coraggio e speranza: è ritessere tutte le relazioni e sentirsi Chiesa, una Chiesa più ampia, anche perché abbiamo bisogno di questo respiro grande in un momento in cui, per colpa del terremoto, le comunità si sono molto sparigliate, disperse. Molti hanno dovuto prendere casa altrove, oppure vivono nei moduli abitativi provvisori. E’ una situazione molto complicata. Per noi, vivere un momento di comunione così importante, addirittura con un respiro mondiale, è qualcosa che dà gioia, speranza e anche un futuro.
Domanda. – Nella prospettiva della Nuova Evangelizzazione, quanto è importante sottolineare il valore di questo sacramento, secondo lei, nella vita dei giovani in particolare?
Risposta. – E’molto importante se preso come un momento di approfondimento del Battesimo ricevuto. E’ un modo per sentire sempre più personalmente la chiamata a essere missionario, cioè vivere con "due polmoni": i polmoni di Pietro e di Paolo, la Chiesa, la comunione, l’evangelizzazione e la missionarietà.

Fonte: News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:11 Papa Francesco: Per una comunità aperta ai valori dello Spirito‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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Omelia di Papa Francesco del 27 Aprile 2013

C’è chi affronta la sofferenza mantenendo viva la gioia che nasce dallo Spirito — come per esempio i cristiani perseguitati ancora oggi in tante parti del mondo — e chi invece «usa il denaro per comprare favori» e patteggiare, o «la calunnia per diffamare e cercare aiuto dai potenti della terra» e magari dileggia quanti cercano di vivere nella gioia cristiana la loro stessa sofferenza. Su questo confronto si è fermato Papa Francesco sabato mattina, 27 aprile, all’omelia della messa
celebrata nella Domus Sanctae Marthae.
Tra i concelebranti erano l’arcivescovo Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, e monsignor Dražen Kutleša, vescovo di Poreč i Pula, Croazia. Ad assistere alla messa c’erano tra gli altri il personale del Servizio delle Poste Vaticane e un gruppo di volontari del dispensario pediatrico Santa Marta» in Vaticano.

Il Papa in particolare si è soffermato sulla pagina degli Atti degli apostoli (13, 44-52) che narra proprio il confronto tra due comunità religiose: quella dei discepoli e quella che il Pontefice ha definito «dei giudei chiusi, perché non tutti i giudei erano così». Nella comunità dei discepoli, ha spiegato, si attuava il comando di Gesù — “Andate e predicate” — e dunque si predicava e quasi tutta la città si radunava per ascoltare la parola del Signore. E, ha notato Papa Francesco, si era diffusa tra la gente un’atmosfera di felicità che «sembrava non sarebbe mai stata vinta». Quando i giudei videro tanta felicità «furono ricolmi di gelosia e incominciarono a perseguitare» questa gente che «non era cattiva; erano persone buone, che avevano un atteggiamento religioso».

«Perché lo hanno fatto?» si è chiesto. Lo hanno fatto «semplicemente perché avevano il cuore chiuso, non erano aperti alla novità dello Spirito Santo. Credevano che tutto fosse stato detto, che tutto fosse come loro pensavano che dovesse essere e perciò si sentivano come difensori della fede. Incominciarono a parlare contro gli apostoli, a calunniare. La calunnia». Questo è un atteggiamento che si riscontra nel cammino della storia; è proprio dei «gruppi chiusi patteggiare col potere; risolvere le questioni “fra noi”. Come hanno fatto quelli che, la mattina della risurrezione, quando i soldati sono andati a dir loro: “Abbiamo visto questo”, gli hanno imposto “State zitti! Prendete...” e con i soldi hanno coperto tutto. Questo è proprio l’atteggiamento di questa religiosità chiusa, che non ha la libertà di aprirsi al Signore». Nella loro vita pubblica «per difendere sempre la verità, perché credono di difendere la verità» scelgono «la calunnia, il chiacchierare. Davvero sono comunità chiacchierone, che parlano contro, distruggono l’altro» e guardano solo a se stesse, come fossero al riparo di un muro. «Invece la comunità libera — ha fatto notare il Papa — con la libertà di Dio e dello Spirito Santo, andava avanti. Anche nelle persecuzioni. E la parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. È proprio della comunità del Signore andare avanti, diffondersi, perché il bene è così: si diffonde sempre! Il bene non si piega dentro. Questo è un criterio, un criterio di Chiesa. Anche per il nostro esame di coscienza: come sono le nostre comunità, le comunità religiose, le comunità parrocchiali? Sono comunità aperte allo Spirito Santo, che ci porta sempre avanti per diffondere la parola di Dio o sono comunità chiuse?».

La persecuzione — ha poi aggiunto il Pontefice — comincia per motivi religiosi, per gelosia, ma anche per come si parla: «la comunità dei credenti, quella libera dello Spirito Santo, parla con la gioia. I discepoli erano pieni di gioia di Spirito Santo. Parlano con la bellezza, aprono strade: avanti sempre, no? Invece la comunità chiusa, sicura di se stessa, quella che cerca la sicurezza proprio nel patteggiare col potere, nei soldi, parla con parole ingiuriose: insultano, condannano».

E per far notare la mancanza d’amore nelle comunità cosiddette chiuse Papa Francesco ha avanzato il dubbio che questa gente «forse dimentica le carezze della mamma, quando erano piccoli. Queste comunità non sanno di carezze; sanno di dovere, di fare, di chiudersi in una osservanza apparente. Gesù gli aveva detto: “Voi siete come una tomba, come un sepolcro, bianco, bellissimo, ma niente di più”. Pensiamo oggi alla Chiesa, tanto bella. Questa Chiesa che va avanti. Pensiamo ai tanti fratelli che soffrono per questa libertà dello Spirito e soffrono persecuzioni, adesso, in tante parti. Ma questi fratelli, nella sofferenza, sono pieni di gioia e di Spirito Santo. Questi fratelli, queste comunità aperte, missionarie, pregano Gesù perché sanno che è vero quello che ha detto e che abbiamo sentito adesso: “Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò”. La preghiera è Gesù. Le comunità chiuse pregano i poteri della terra perché li aiutino. E quella non è una buona strada. Guardiamo Gesù che ci invia a evangelizzare, ad annunciare il suo nome con gioia, pieni di gioia. Non abbiamo paura della gioia dello Spirito. E mai, mai immischiamoci in queste cose che, alla lunga, ci portano a chiuderci in noi stessi. In questa chiusura non c’è la fecondità e la libertà dello Spirito».

Fonte: News.va

view post Posted: 4/5/2013, 11:09 Tweet del Papa per la tragedia di Dacca: prego per le vittime, Dio conforti le famiglie‏ - Santo Padre Francesco - Jorge Mario Bergoglio

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27 Aprile 2013

“Unitevi a me nella preghiera per le vittime della tragedia di Dhaka, Bangladesh, che Dio conceda conforto e forza alle loro famiglie”. Con questotweet, Papa Francesco ha fatto giungere la propria vicinanza e il sentimenti di cordoglio alle persone coinvolte nel crollo, avvenuto mercoledì scorso, di un grande stabile nel quale lavoravano circa tremila operai tessili, 332 dei quali hanno perso la vita. Centinaia i feriti, mentre diverse dozzine di persone sono state estratte vive dalle macerie, tra le quali i soccorritori continuano a scavare.

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